Economia

La guerra degli scali Formigoni: «Giù le mani da Linate»

Linate-Malpensa. Il braccio di ferro sul futuro dei due scali riporta inesorabilmente al 1998, quando, per l’apertura dell’aeroporto varesino, il dibattito si presentava identico, nei contenuti e nei toni. Alitalia, con Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, è pronta a concentrarsi su Malpensa, a condizione che Linate venga riservato alla sola tratta per Roma Fiumicino. In Lombardia istituzioni e categorie insorgono per difendere invece lo scalo cittadino. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni - che nel pomeriggio di ieri ha incontrato i vertici di Cai -, pur sensibile a una «razionalizzazione» di Linate, non è favorevole al suo ridimensionamento. Ha anche fatto presente che ogni riduzione di traffico sarebbe inesorabilmente bocciata dall’Unione europa, come ha chiaramente illustrato nei giorni scorsi al Giornale il direttore generale dell’Enac, Silvano Manera. Fortemente contrario alle richieste di Alitalia per Linate anche il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, azionista della Sea insieme al Comune di Milano.
Nella mattinata Colaninno e Sabelli hanno avuto un incontro con il mondo produttivo lombardo, cui hanno nuovamente ripetuto l’interesse per Malpensa, a scapito di Linate. La comunità imprenditoriale lombarda segue il dibattito con grande apprensione.

Ma secondo un sondaggio svolto negli ultimi giorni dalla Camera di commercio di Milano, il 70% degli imprenditori è ormai propenso, per recarsi a Roma, a servirsi del treno e non dell’aereo.

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