Guerra in Israele

Aviazione, missili e sistemi antiaerei: il confronto tra Iran e Israele

In caso di guerra, il conflitto tra i due Paesi si consumerebbe nei cieli. La Repubblica islamica è dotata di un'aviazione poco numerosa e antiquata. Per questo, punta su droni. Israele ha invece una forza aerea potente e moderna, supportata dagli Usa

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Con l’attacco dell’Iran contro Israele del 13 aprile e l’attesa risposta delle forze armate di Tel Aviv, sono tornate sotto i riflettori le capacità aeree e a lungo raggio dei due Paesi. In un confronto diretto, infatti, è decisamente improbabile che si assista ad operazioni con forze di terra. L’escalation si consumerebbe nei cieli del Medio Oriente, un campo di battaglia dove la Repubblica islamica pare decisamente svantaggiata.

Iran: aviazione antiquata e antiaerea debole

L’aviazione di Teheran conta circa 37mila uomini, ma secondo l’International Institute for Strategic Studies (Iiss) di Londra le sanzioni internazionali le hanno impedito di dotarsi delle più recenti attrezzature ad alta tecnologia. Per quanto riguarda i velivoli, l’Iran avrebbe a disposizione poche dozzine di aerei funzionanti tra caccia russi e vecchi modelli statunitensi consegnati prima della rivoluzione del 1979. In particolare, sarebbe dotato di uno squadrone di nove F4 e F5, un altro di Su24, alcuni Mig-29s, F14 Tomcat e F7. La vera forza della Repubblica islamica risiederebbe nei droni kamikaze, in particolare i Shahed 136. Secondo gli analisti occidentali, questo arsenale sarebbe nell’ordine delle migliaia. L’esercito degli ayatollah sarebbe dotato anche di circa 3500 missili terra-terra, alcuni dei quali capaci di trasportare testate da mezza tonnellata. Non è noto, però, quanti tra questi siano in grado di raggiungere Israele.

In termini di difesa, l’Iran ha a disposizione una serie di dispositivi antiaerei di produzione locale e russa. Nel 2016, ha ricevuto da Mosca alcuni S-300 capaci di intercettare bersagli multipli a lungo raggio, compresi missili balistici e velivoli nemici. I pasdaran schierano anche le piattaforme terra-aria Bavar-373 e i sistemi di difesa Sayyad e Raad, tutti e tre costruiti internamente. “Se ci fosse un conflitto importante tra i due Paesi, l'Iran si concentrerebbe probabilmente su successi occasionali”, commenta Fabian Hinz, analista dell’Iiss. “Non ha le difese aeree complete che ha Israele”.

Israele: equipaggiamento moderno e difesa multistrato

Lo Stato ebraico è dotato di un’aviazione moderna, composta da centinaia di F16, F15 e F35 consegnati dagli Stati Uniti. È priva di bombardieri a lungo raggio, ma una piccola flotta di Boeing 707 reimpiegati come aerei cisterna potrebbe consentire ai caccia di raggiungere l’Iran per sortite mirate.

Per quanto riguarda i velivoli senza pilota, Tel Aviv schiera gli IAI Heron, droni monomotore con autonomia di 30 ore più che sufficiente per missioni a lunga distanza. Sono equipaggiati con munizioni curcuitanti (lotering munitions) Delilah, che hanno un raggio d’azione di circa 250 chilometri. In termini di batterie missilistiche, in molti ritengono che Israele abbia sviluppato dei vettori terra-terra ma le autorità ebraiche non hanno mai confermato né smentito. Nel 2018, l’allora ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha annunciato che il Paese si sarebbe dotato di una “forza missilistica”, ma le Idf non hanno riferito lo stato di questi piani.

Il fiore all’occhiello delle forze armate israeliane è però il sistema di difesa antiaerea multistrato, che ha dimostrato più volte nel corso degli anni la sua efficacia.

Esso è composto da tre “livelli”: Arrow-3 e Arrow-2 sono progettati per intercettare bersagli a lunga distanza e a grandi altitudini; David’s Sling è un sistema a medio raggio pensato per abbattere missili da crociera e balistici; Iron Dome può teoricamente abbattere qualunque oggetto volante a corta distanza, ma la sua funzione principale è difendere Israele da vettori e colpi di mortaio sparati dai proxy dell’Iran in Libano e Striscia di Gaza.

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