"La Cina salva Gaza". La verità sui video virali di TikTok che attaccano l'Occidente

Su TikTok spopolano video di aiuti cinesi a Gaza. Ma molte immagini sono false o manipolate. Dietro la campagna, la strategia social di Pechino per influenzare il Sud globale

"La Cina salva Gaza". La verità sui video virali di TikTok che attaccano l'Occidente
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«La Cina dice al mondo che gli aerei non servono solo per sganciare bombe». Il messaggio è chiaro: Pechino è dalla parte del popolo palestinese. In un breve video, tra i tanti che spopolano sui social, si vedono pacchi di aiuti umanitari sganciati da un aereo cargo sulla Striscia di Gaza. Negli ultimi giorni, soprattutto su TikTok, sono spuntati migliaia di filmati che mostrano scene di aiuti che atterrano sulle spiagge di Gaza accompagnate da emoji con le bandiere cinesi e una serie di elogi alla Repubblica popolare per non aver abbandonato i palestinesi, puntando anche il dito contro l’Europa per non aver fatto altrettanto. Peccato che in quei video ci siano molte cose che non tornano e che dietro questa operazione di soft power possa esserci la mano del Partito Comunista Cinese.

Propaganda o realtà? Dentro i video che emozionano il web

I video, spesso molto brevi, hanno quasi tutti un montaggio serrato tra pacchi aviotrasportati, aiuti che planano coi paracadute e assalti dei palestinesi agli imballi. Il problema è che l’origine della maggior parte di questi video è inverificabile. Non solo. Alcuni mostrano le immagini di lanci fatti da velivoli americani nel 2024, e lo si capisce perché nelle immagini si vedono bene le sagome dei cargo C-17 Usa. In altri casi ancora, come il video da cui siamo partiti, si vedono gli imballi accompagnati da bandiere degli Emirati Arabi Uniti. Alcuni falsificano persino le stesse immagini cinesi mostrando aiuti destinati al Pakistan, ma scrivendo che si trattava di aiuti per il popolo palestinese.

Tra i vari collage comparsi su TikTok ce n’è uno che oltre alle immagini aggiunge altri elementi, tutti all’apparenza verosimili. Si parla di un cargo cinese Y-20 che ha forzato un presunto “blocco” israeliano per atterrare a Beirut da cui poi sarebbe partito un convoglio di aiuti verso Gaza. Al di là delle incongruenze geografiche, è vero che un aereo da trasporto cinese è arrivato in Libano a fine aprile, ma lo scopo del viaggio era legato all’impegno della Repubblica popolare nel dispositivo Unifil attivo nel Paese.

Su Twitter/X molti si interrogano sui video e persino Grok, l’Ai di Elon Musk, lavora a pieno regime per decodificare i messaggi. “Non ci sono prove che la Cina abbia violato il blocco israeliano e spostato aiuti da Beirut a Gaza. Pechino fornisce aiuti ai palestinesi, ma gli ultimi 60 mila pacchi, datati febbraio 2025, sono arrivati attraverso la Giordania”, si legge in una risposta a un profilo che celebrava, in indonesiano, la missione cinese.

L’ombra lunga di Pechino: soft power e disinformazione nel Sud globale

Questo ultimo dettaglio è importante per capire la dinamica in cui sta avvenendo questa ondata di disinformazione. L’avvento della presidenza Trump e le conseguenti turbolenze globali hanno convinto la Cina ad avviare un’offensiva diplomatica per mostrarsi come una forza stabilizzatrice. Non stupisce quindi che i messaggi circolino in Indonesia, Paese a maggioranza musulmana che potrebbe entrare nell’orbita geopolitica del dragone.

Parallelamente all’attività diplomatica, la macchina della propaganda si è attivata con un blob-social che mescola di tutto. I video fake si accompagnano ad altre immagini reali, ma datate gennaio 2024. Vengono rilanciati contenuti non collegati come le immagini degli aerei da guerra cinesi che sorvolano le piramidi nell’ambito dell'esercitazione congiunta sino-egiziana Eagles of Civilization conclusa a inizio mese.

Una macedonia di contenuti spinti dall’algoritmo social per dare un’immagine di pace made in China e insinuare il dubbio in Occidente. Occidente che non ha fatto mancare i suoi aiuti a Gaza, ma che rimane escluso da questa guerra social.

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