La fragile tregua in Medio Oriente sembra reggere, nonostante le accuse di violazione del cessate il fuoco lanciate da Israele e Hamas. La pace, però, rimane fragile e la sua impalcatura è legata a vari fattori. Tra questi, la questione dei 100 terroristi barricati in un tunnel sotto la città di Rafah, nella zona meridionale della Striscia di Gaza e al confine con l'Egitto.
Secondo quanto riferito da una fonte palestinese al canale dello Stato ebraico Kan News, i membri dell'organizzazione hanno dichiarato che non accetteranno alcuna iniziativa che li costringa ad abbandonare il loro nascondiglio sotterraneo, se non attraverso un percorso da loro stessi scelto e che consenta loro di andarsene con dignità. Il gruppo sarebbe composto sia da uomini con esperienza in combattimento, sia da nuove reclute entrate solo di recente a far parte dell'ala militare di Hamas. A guidarli vi sarebbe un miliziano con il grado di comandante di battaglione o brigadiere, la figura più importante presente nel tunnel.
Gli Stati Uniti stanno facendo pressione su Israele affinché trovi un modo per risolvere questa crisi. Il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, ha trasmesso un messaggio a Tel Aviv, in cui si afferma che lo Stato ebraico deve rilasciare tutti i terroristi presenti nella parte della Striscia di Gaza ancora sotto il controllo dell'organizzazione palestinese e che questi saranno disarmati come parte della smilitarizzazione dell'exclave. L'inviato del tycoon Steve Witkoff, inoltre, dovrebbe incontrare l'alto funzionario di Hamas Khalil al-Hayya. Le autorità israeliane hanno espresso preoccupazione per questo faccia-a-faccia. Stando a quanto dichiarato da una fonte a Kenneth News, la paura è che i terroristi e gli Usa potrebbero raggiungere una soluzione "sopra le nostre teste".
Nel frattempo, il comandante in capo delle Idf ha dichiarato che l'esercito si sta tenendo pronto a conquistare territori oltre le attuali linee previste dal cessate il fuoco, con l'obiettivo di "smantellare Hamas con un accordo o con mezzi militari". E l'esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu rimane compatto nella sua opposizione alla creazione di un qualunque Stato palestinese "a ovest del Giordano".
Una posizione, questa, in contrasto con le aspettative del principe saudita Mohammed Bin Salman, che visiterà la Casa Bianca per la prima volta dal 2018, secondo cui solo una "chiara proposta diplomatica per la creazione di uno Stato palestinese" potrà aprire la strada alla normalizzazione dei rapporti tra Riad e Tel Aviv.