Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, nel 2022 una dozzina di “senior German officers” si sono riuniti in un complesso militare a Berlino per redigere un piano segreto, concepito per preparare la Germania e la NATO a un’eventuale guerra con la Russia. Il documento, chiamato Operation Plan Germany, conterrebbe circa 1.200 pagine e descriverebbe nei minimi dettagli come fino a 800.000 soldati tedeschi, statunitensi e alleati verrebbero trasferiti verso la frontiera orientale in caso di conflitto.
Il WSJ riporta che il piano “maps the ports, rivers, railways and roads they would travel, and how they would be supplied and protected on the way”. La mappatura comprende dunque porti, fiumi navigabili, linee ferroviarie strategiche, snodi autostradali e modalità di rifornimento e protezione delle colonne in movimento. Il Wall Street Journal sottolinea che il documento non è solo un’analisi teorica. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, la Germania è diventata un perno essenziale della infrastruttura difensiva europea, e Berlino avrebbe iniziato ad attuare parti operative del piano, soprattutto quelle relative alla logistica e al coordinamento tra settore civile e militare.
Il piano prevede infatti, come sottolinea il giornale, un approccio “whole-of-society”, ovvero una mobilitazione che coinvolgerebbe non solo le forze armate ma anche aziende di trasporto, infrastrutture civili, fornitori energetici, linee ferroviarie nazionali e persino reti di assistenza medica. Tuttavia, gli stessi pianificatori riconoscono che molte infrastrutture europee — e tedesche in particolare — non sono pronte per una mobilitazione di queste dimensioni. Nel documento emergono ostacoli come ferrovie insufficientemente modernizzate, porti con capacità limitate, vulnerabilità a possibili attacchi cyber e una legislazione civile non adeguata allo scenario di mobilitazione rapida.
Secondo una delle fonti citate dal WSJ, “l'obiettivo è prevenire la guerra scongiurando gli attacchi nemici". L’obiettivo dichiarato sarebbe dunque quello di permettere alla NATO di mostrare una capacità di risposta credibile e immediata, scoraggiando possibili aggressioni. Ma il piano rivela anche un problema più profondo. Come confessato da uno degli alti ufficiali coinvolti nella sua redazione, la sfida consiste nel “relearn what we unlearnt”, re-imparare ciò che è stato messo in un angolo. Dopo decenni nei quali la minaccia di una guerra di ampia scala in Europa era considerata remota, l’Alleanza deve reimparare processi, logiche e reazioni che pensava appartenessero al passato.
L’esistenza stessa dell’Operation Plan Germany — e il fatto che parti del piano siano già in corso di implementazione — indica un cambio di paradigma nella percezione della sicurezza europea. Per Berlino, essere il fulcro logistico per lo spostamento delle truppe NATO significa ricoprire un ruolo cruciale ma anche diventare uno dei principali bersagli in caso di escalation.
Dal punto di vista politico interno, la scoperta del piano potrebbe aprire un dibattito sulla spesa militare, sull’adeguamento delle infrastrutture, sul rapporto tra società civile e difesa e sulle misure necessarie per trasformare la Germania in un Paese realmente pronto alla mobilitazione.