I russi avanzano a Chasiv Yar. Putin detta condizioni per la pace: "Accordi irreversibili"

Il presidente russo ha detto di ritenere improbabile un esito positivo delle trattative di pace qualora essere dovessero essere condotte solo tramite i mediatori. Gli Usa annunciano un nuovo pacchetto di aiuti

I russi avanzano a Chasiv Yar. Putin detta condizioni per la pace: "Accordi irreversibili"
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Il presidente russo Vladimir Putin è tornato a parlare della possibilità di porre fine al conflitto in Ucraina, evidenziando la necessità di accordi che siano chiari e irreversibili. “Dobbiamo garantire che l'altra parte accetti di adottare misure irreversibili e accettabili per la Federazione Russa”, ha affermato il leader del Cremlino. “Un cessate il fuoco senza raggiungere questo accordo è impossibile”.

Lo zar ha inoltre dichiarato di ritenere molto difficile il raggiungimento di un accordo solo tramite gli sforzi dei mediatori. “Siamo sempre stati favorevoli ai colloqui. Non li abbiamo mai rifiutati. L'unica questione è che la prospettiva di porre effettivamente fine al conflitto con l'aiuto di mediatori e solo attraverso di essi mi sembra improbabile”, ha affermato il leader di Mosca. “Di fondamentale importanza non è solo la questione dell'ambito di competenza di questi mediatori, ma anche quella dei loro poteri. Chi può dare a un mediatore poteri tali da tracciare una linea di fondo e porre fine al confronto? Credo che questo sia un evento improbabile”, ha aggiunto Putin.

Il messaggio, dunque, è chiaro: gli ucraini dovranno sedersi assieme ai russi al tavolo dei negoziati. Una possibilità, questa, che ad oggi sembra improbabile. Il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato nel 2022 un decreto in cui si afferma l’impossibilità di trattare con la Federazione guidata da Putin e anche nella conferenza di pace tenutasi a giugno in Svizzera la delegazione di Kiev ha dichiarato di star lavorando a una proposta di cessate il fuoco da presentare al Cremlino sempre tramite i mediatori.

Se sul fronte diplomatico la situazione è ancora in stallo, dal punto di vista bellico i russi continuano a guadagnare terreno. Giovedì 4 luglio, il comando ucraino ha confermato la notizia del ritiro dei propri soldati da uno dei quartieri della città di Chasiv Yar, negli ultimi mesi teatro di duri combattimenti. Nazar Voloshin, portavoce del Comando per le operazioni speciali di Khortitsia, ha spiegato che "è stata presa la decisione di ritirare le truppe verso posizioni più protette e preparate" dopo che è stato giudicato impossibile mantenere la presenza di fronte all'avanzata delle forze russe.

Gli Stati Uniti, intanto, hanno annunciato un nuovo pacchetto di assistenza militare al Paese invaso, dal valore complessivo di 2,35 miliardi di dollari. Secondo una nota diffusa dal Pentagono, le nuove forniture includono missili intercettori per i sistemi Patriot e Nasams, vettori per l’antiaerea Hawk, munizioni per gli Himars, proiettili di artiglieria da 155 e 105 millimetri e per mortai, lanciarazzi anticarro At-4 e Javelin, granate, veicoli e attrezzature per le demolizioni.

Zelensky ha ringraziato il suo omologo americano Joe Biden, scrivendo su X di contare “sulla continua assistenza degli Stati Uniti per rafforzare la difesa dell'Ucraina e consentirci di contrastare efficacemente l'aggressione russa e proteggere il nostro popolo dal terrore russo”.

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