I terroristi di Hamas e l'Occidente debole

Le domande che poni a te stesso, e a me, sono interrogativi diffusi

I terroristi di Hamas e l'Occidente debole
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Caro Vittorio,
ho da qualche mese superato, più o meno allegramente, i 90 e, di conseguenza, ho avvertito una, seppur lieve, forma di rinc... rimbambimento.
Gradirei, pertanto, tramite la Tua autorevole penna, riuscire ad avere le idee chiare relative al drammatico, terribile momento che tutto il mondo sta attraversando e/o subendo. In particolare, mi riferisco alla guerra impietosa deflagrata tra Israele e Palestina.
Mi (e Ti) chiedo: se la «shoah» si riferisce allo sterminio del popolo ebraico da parte del regime nazista, l'attacco dei palestinesi ad Israele avrebbe l'impronta di tale nefasto regime. Però contestualmente i palestinesi stessi ed i loro sostenitori di sinistra non possono certamente definirsi tali per cui Israele apparirebbe da vittima a colpevole!
La mia richiesta può apparire una provocazione ma preciso che sono realmente in confusione.
Gradisci i miei ringraziamenti e cordiali saluti, con viva stima e sentita considerazione.
Gian Giacobbi

Caro Gian,
non trovo affatto che tu sia rimbambito. Le domande che poni a te stesso, e a me, sono interrogativi diffusi. Proviamo a fare chiarezza. Perché diciamo che i palestinesi sono nazisti? In effetti è impropria questa affermazione, perché non sono i palestinesi tutti a volere sterminare gli ebrei, tuttavia l'attacco del 7 ottobre a Israele è stato sferrato da una organizzazione terroristica islamica che si chiama Hamas e che ha preso il potere a Gaza nel 2007. L'islam radicale è razzista in senso ampio, non odia soltanto gli ebrei, ma l'Occidente in generale, la sua cultura, la sua civiltà che ha radici cristiane. Esso mira all'annientamento dell'Occidente nonché dei cosiddetti «infedeli», ovvero tutti coloro che non si convertono all'islam e che l'islam radicale desidererebbe sterminare. Da qui l'esortazione da parte dei gruppi del terrore a fare fuori il maggior numero di cristiani, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo. Da qui anche gli attentati che nel giro di pochi anni hanno fatto centinaia e centinaia di vittime soltanto in Europa.

Sostenere la Palestina in questo momento, ossia giustificare l'aggressione armata di Hamas, equivale a esprimere solidarietà e appoggio ai nostri stessi nemici, ai terroristi islamici che già hanno chiesto agli islamici che si trovano in Europa, o negli Usa, di mobilitarsi per diffondere il terrore e macellare gli infedeli. Le adesioni a questo invito non si sono fatte attendere, tanto è vero che ci sono stati già attacchi, aggressioni, sia in Francia che in Italia al grido di «Allah Akbar».

L'estremismo islamico, che è un cancro che ha fatto metastasi nel cuore della nostra Europa, è antisemita, lo specifico ancora. In certe metropoli gli ebrei vengono aggrediti dai musulmani se indossano segni di riconoscimento che ne indicano razza e religione. Hamas è nazista, il radicalismo islamico è totalitarista, il regime che le organizzazioni terroristiche creano o mirano a creare è totalitario. Su questi elementi non devono sussistere dubbi.

Per quanto riguarda la posizione ambigua della sinistra rispetto sia a questa aggressione sia all'islamismo estremo, non possiamo negare che sia una delle tante contraddizioni dei sedicenti democratici, i quali cantano Bella Ciao e inneggiano all'organizzazione islamico-totalitaria Hamas, si proclamano «femministi» e tifano per Hamas che a Gaza ha soffocato i diritti delle donne, a cui dal 2007 ha imposto il velo e divieti di ogni tipo, si battono per i diritti della comunità gay e difendono quell'islam che perseguita e stermina gli omosessuali.

La sinistra, che ha paura di essere considerata islamofobica, quindi razzista, è autrice di quel declino dell'Occidente che ci rende tanto vulnerabili nei confronti del radicalismo di matrice islamica che è la nostra serpe in seno.

Una civiltà che disprezza le proprie radici e le rigetta, ossia la nostra civiltà, si trova a competere con un'altra che fa della tutela della propria identità e delle proprie barbare norme una ragione di vita o di morte.

In tutto questo risiede la nostra debolezza: nel rifiuto di ciò che siamo.

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