Israele fortifica un "corridoio" a Gaza: al via i piani per il dopoguerra

Secondo esperti e analisti militari ebraici, la costruzione di strade, basi e zone cuscinetto lungo il corridio di Netzarim è segno di una volontà di radicare la presenza delle Idf nella Striscia dopo la sconfitta di Hamas

Israele fortifica un "corridoio" a Gaza: al via i piani per il dopoguerra
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L’esercito israeliano sta preparano i piani per il dopoguerra a Gaza. Stando a quanto riportato dal Washington Post, immagini satellitari mostrano che le Idf stanno fortificando il corridoio strategico di Netzarim che taglia a metà l’exclave costruendo basi, prendendo il controllo di strutture civili e radendo al suolo case.

Secondo gli analisti ed esperti ebraici, queste azioni fanno parte di un piano su larga scala per rimodellare la Striscia e radicarvi la presenza militare di Tel Aviv. Fino ad oggi, il premier Benjamin Netanyahu ha rilasciato poche dichiarazioni riguardo al “giorno dopo”, ma ha più volte affermato la sua volontà di garantire un controllo di sicurezza “indefinito” su Gaza. Secondo il primo ministro, infatti, le Idf dovranno avere sia la possibilità di condurre raid nell’exclave dall’esterno, sia di “essere all’interno” per garantire la smilitarizzazione di Hamas. La costruzione di strade, basi e zone cuscinetto lungo questa zona strategica sembra essere un chiaro indirizzo per il futuro.

L’asse Netzarim, che prende il nome da un insediamento israeliano a nord di Gaza, è stato uno dei primi obiettivi delle Idf quando sono iniziate le operazioni di terra nella Striscia. Entro il 6 novembre, le truppe avevano tagliato una pista verso il mare che consentiva ai veicoli blindati di raggiungere la al-Rashid Road, un’importante arteria stradale che percorre la costa dell’exclave. Tra febbraio e marzo, i soldati ebraici hanno costruito una strada dritta lunga poche centinaia di metri, il cui ultimo tratto è stato completato tra il 5 e il 9 marzo. Le Idf hanno affermato che consente ai veicoli militari di arrivare da un lato all’altro della Striscia in appena sette minuti e offre un accesso rapido al nord e al centro di Gaza. Esso, inoltre, garantisce alle forze di Tel Aviv la capacità di mantenere il controllo sul flusso di aiuti e sul movimento dei palestinesi sfollati, cosa necessaria per impedire ai combattenti di Hamas di riorganizzarsi.

Il corridoio è il secondo “dito” della strategia delle “cinque dita” dell'allora primo ministro israeliano Ariel Sharon, che prevedeva di dividere Gaza in segmenti sotto il controllo di sicurezza israeliano. Il piano venne attuato solo parzialmente prima venisse ordinato il ritiro israeliano dall’exclave nel 2005. “Non sorprende che Israele sia tornato indietro e abbia stabilito questo come un nuovo corridoio", ha detto il tenente colonnello Jonathan Conricus, membro della Fondazione per la difesa delle democrazie ed ex portavoce delle Idf. "Lì il terreno è il più favorevole e si adatta agli scopi militari".

Secondo Amir Avivi, generale di brigata di riserva ed ex vice comandante della divisione di Gaza delle forze di difesa israeliane, “ciò di cui abbiamo bisogno è la piena libertà di operazione per le Idf ovunque a Gaza”.

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