
L’Italia, insieme all’Unione Europea, a diversi Stati membri, al Regno Unito, al Canada e ad altri partner internazionali, ha aderito a un appello urgente rivolto a Israele per garantire accesso pieno e senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza. Già nelle scorse settimane, nei vari contatti con il governo israeliano, l’Italia aveva sollecitato un’apertura agli aiuti e si era impegnata per moltiplicare gli sforzi a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione della Striscia.
La richiesta, comunicata dalla Farnesina, sollecita che operatori umanitari e Ong possano operare in sicurezza, distribuendo cibo e beni essenziali alla popolazione civile della Striscia. La dichiarazione congiunta, firmata da 27 Paesi, denuncia livelli di sofferenza “inimmaginabili” e l’avanzare della carestia, chiedendo azioni immediate per invertire la crisi alimentare e proteggere lo spazio umanitario, evitando ogni politicizzazione degli aiuti.
Viene espresso allarme per le nuove restrizioni alla registrazione delle Ong internazionali, che potrebbero costringerle a lasciare i territori palestinesi, aggravando ulteriormente la situazione. I firmatari esortano Israele ad autorizzare tutte le spedizioni umanitarie e a rimuovere ogni ostacolo logistico, utilizzando tutti i valichi e le rotte disponibili per far entrare grandi quantitativi di cibo, acqua potabile, medicinali, carburante, rifugi e forniture mediche.
È inoltre richiesto di evitare l’uso di forza letale nei punti di distribuzione e di garantire la protezione di civili, soccorritori e personale medico. Nel testo si ringraziano Stati Uniti, Qatar ed Egitto per gli sforzi volti a favorire un cessate il fuoco, considerato indispensabile per porre fine alla guerra, liberare gli ostaggi e assicurare il transito degli aiuti via terra senza impedimenti. Tra i firmatari figurano, oltre ai Paesi UE partecipanti, anche Australia, Giappone, Norvegia, Svizzera e Regno Unito.
Già nelle scorse ore il ministro Antonio Tajani al Consiglio Esteri della Ue aveva dichiarato: "Sul processo di pace, il nostro obiettivo è riavviare il processo politico verso due Stati che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza. Siamo aperti al riconoscimento della Palestina, ma dobbiamo lavorare alla costruzione di uno Stato palestinese". Tajani ha ribadito che "la Cisgiordania e Gaza devono essere riunificate, senza alcun ruolo per Hamas".
"L'Autorità Palestinese è il nostro unico partner", ha sottolineato il capo della Farnesina, ricordando di aver parlato alcuni giorni fa con il premier palestinese Mohammad Mustapha e la ministra degli Esteri Varsen Aghabekian che incontrerà a Roma il primo settembre.