Guerra in Israele

Manuali e codici di riferimento: i "pizzini" con cui Hamas ha preparato l'attacco

I soldati dell'Idf hanno rinvenuto sui corpi dei terroristi uccisi dei foglietti contenenti le istruzioni su come usare in modo efficace i lanciarazzi Rpg-7 e l'elenco dettagliato dei punti deboli dei corazzati israeliani

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I miliziani di Hamas si sono preparati a lungo per l’assalto su vasta scala di sabato 7 ottobre contro Israele, non solo a livello di organizzazione interna, ma anche studiando il loro nemico. Ispezionando i cadaveri dei terroristi uccisi, l’Idf ha scoperto che alcuni sono dotati di una sorta di manuale militare da campo.

Questi foglietti stampati a colori contengono piccole fotografie dei carri armati israeliani Merkava e dei vari Apc (Armored personnel carriers), come il Namer e l’Eitan, corredate da elenchi dettagliati dei loro punti deboli e dei modi migliori per superare il sistema di difesa Trophy di cui sono dotati. Creato in Israele, questo Aps (Active protection system) protegge i corazzati da missili anticarro guidati, granate autopropulse e munizioni ad alto potenziale esplosivo. Inoltre, i manuali contengono anche istruzioni su come usare al meglio i lanciarazzi Rpg-7. Assieme ai manuali, sono stati scoperti anche codici di riferimento per l’armamentario dei terroristi.

Questi ritrovamenti sono un’ulteriore indicazione del fatto che il braccio armato di Hamas, le brigate al-Qassam, si è trasformato in un’organizzazione più simile ad un vero e proprio esercito, capace di pianificare a lungo operazioni complesse e strutturate in più fasi. L’Iran è il responsabile di questa evoluzione, poiché ha fornito armi, equipaggiamento e addestramento a miliziani più abituati ad azioni mordi e fuggi che a combattimenti protratti nel tempo e all’occupazione di vaste aree di territorio nemico. Questo “passaggio di grado” non è bastato a contenere il contrattacco israeliano, che è riuscito ad eliminare ben 1500 terroristi sul proprio territorio, bloccando anche l’afflusso di rinforzi dai valichi e dal mare tramite l’aviazione e la marina militare.

L’Idf è stato comunque preso di sorpresa da quello che non è stato un “normale” attacco terroristico. Hamas, infatti, è riuscita ad attuare un’efficace strategia di counter-intelligence, nascondendo per almeno un anno la portata dell’operazione ai servizi segreti israeliani, considerati tra i migliori al mondo. I terroristi, inoltre, sono stati capaci di bypassare il “muro tecnologico” dello Stato ebraico, una fitta rete di telecamere, sensori e sistemi d’attacco attivabili da remoto disposti attorno all’exclave di Gaza. Tel Aviv riteneva che queste difese fossero inviolabili e ha sguarnito il confine con la Striscia.

Hamas ha lanciato dei droni contro le torri di comunicazione, accecando l’Idf e impedendogli di capire cosa stesse succedendo e di organizzare una risposta coordinata alle oltre 30 brecce aperte dai terroristi lungo il confine.

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