Guerra in Ucraina

Missione sul Dnipro del colonnello Palisa. Saltare il ponte rotto e puntare la Crimea

"Arriviamo dall'inferno di Bakhmut. Siamo stati decimati, ma il coraggio non manca e fino a quando i russi non lasceranno la nostra terra troveranno sempre uno soldato ucraino ad aggredirli"

Missione sul Dnipro del colonnello Palisa. Saltare il ponte rotto e puntare la Crimea

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«Arriviamo dall'inferno di Bakhmut. Siamo stati decimati, ma il coraggio non manca e fino a quando i russi non lasceranno la nostra terra troveranno sempre uno soldato ucraino ad aggredirli». Il colonnello Pavlo Palisa, soprannominato dai suoi uomini lo yankee, si è specializzato alla United States Army War College in Pennsylvania. Ironia della sorte, ha chiuso il suo ciclo di studi un giorno prima dell'invasione di Mosca. È rientrato a casa di corsa e il ministro della Difesa Reznikov gli ha assegnato la guida della 93esima Brigata meccanizzata «Cholodnyj Jar». Ieri pomeriggio a Palisa è arrivato l'ordine di spostare i suoi uomini dalle aree di Bakhmut al Kherson, posizionandoli a sud di Davydiv Brid e Chkalove, per tentare un nuovo e massiccio sbarco fluviale. Una delle partite più importanti del conflitto ucraino si sta giocando infatti a ridosso del fiume Dnipro. Con il danneggiamento del ponte Antonovsky (11 novembre 2022), Kiev sta utilizzando strategie alternative per spostarsi da nord a sud e ottenere il sospirato sbocco verso la Crimea occupata. Una decina di giorni fa un battaglione di incursori era riuscito nell'attraversamento nascondendosi a ridosso di quel che resta del ponte. L'operazione è stata facilitata dai sistemi elettronici di oscuramento che hanno impedito ai droni di volare e colpire con precisione. Purtroppo ieri è arrivata la notizia che la testa di ponte è stata spazzata via dopo una settimana di pesanti combattimenti. Un'ulteriore squadra di sabotaggio ha provato l'attraversamento nelle scorse ore, avvicinandosi dal fiume in barca, ma è stata annientata dal fuoco degli Iskander. Ora tocca ai ragazzi dello yankee tentare quella che gli analisti occidentali definiscono «una missione impossibile».

Se il sud dell'Ucraina è in fiamme, a nord lo spettro della Bielorussia sta togliendo il sonno ai vertici militari di Kiev. Le frasi di Lukashenko, fiducioso che il suo Paese non avrà bisogno di utilizzare le armi nucleari tattiche fornite dalla Russia, fanno a pugni con le immagini satellitari che mostrano un accampamento della Wagner di Prigozhin a sud di Minsk. Andrii Demchenko, portavoce del Servizio di frontiera, sostiene che nell'area potrebbero esserci circa 8mila miliziani. «Lo sviluppo della situazione è sotto costante controllo, ma il timore che i wagneriani possano maneggiare le armi nucleari esiste».

Ieri il premier spagnolo Pedro Sànchez ha inaugurato il semestre iberico alla guida dell'Ue a Kiev, dove ha incontrato Zelensky. Sànchez ha annunciato nuovi aiuti per 55 milioni di euro, promettendo che la fornitura di armi continuerà (la Spagna consegnerà 4 carri armati Leopard 2) e garantendo il sostegno all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue. «L'Europa è con voi - ha dichiarato - da qui lanciamo un messaggio chiaro a Putin: l'Europa aiuterà Kiev sino a quando sarà necessario». Al termine dell'incontro Zelensky ha incontrato i giornalisti tornando a parlare del «quasi golpe» di Prigozhin. «Ciò che è accaduto li ha indeboliti. Dobbiamo usare questa situazione per cacciare il nemico. Trattare? Solo se si torna ai confini del 1991». Il presidente ucraino teme un attacco di Mosca alla centrale di Zaporizhzhia (ma anche a Rivne), chiede di includere Rosatom, l'azienda attiva nel settore dell'energia nucleare, tra gli enti russi da sanzionare, e accusa l'Occidente di ritardi nell'addestramento dei piloti sui caccia di fabbricazione Usa.

Nella 492esima giornata di combattimenti, gli invasori hanno concentrato gli sforzi nelle direzioni di Lymansk, Bakhmutsk e Marinsk, attaccando un deposito di carburante vicino a Zaporizhzhia (un morto), e bombardando la periferia di Kherson. Sei i feriti nel blitz ucraino a Tokmak.

A Krasnolymansk (Donetsk) sarebbero morti in battaglia 90 soldati di Kiev.

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