"Attentati nei Paesi Nato". Allarme choc sui piani della Russia

La Russia ha intenzione di organizzare "diversivi", ovvero atti terroristici all'interno di Paesi della Nato: l'alarme del ministro degli Esteri lituano Landsbergis. "Dobbiamo mantenere tutte le opzioni aperte"

"Attentati nei Paesi Nato". Allarme choc sui piani della Russia

Un Consiglio Affari Esteri Ue, quello previsto per oggi, con un incipit bomba. Il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, ha spiegato alla stampa il contenuto delle informazioni in possesso di Vilnius su eventuali attività eversive in Europa.

L'allarme del ministro degli Esteri della Lituania

"Si parla di attività ibrida nella regione baltica, in Polonia, in altri Paesi, ma va oltre questo. Sappiamo che la Russia ha intenzione di organizzare diversivi, di organizzare addirittura quelli che potrebbero essere chiamati atti terroristici all'interno di Paesi della Nato. E agisce così solo perché sente di essere invitata perché calcola che non reagiamo". Il ministro ha poi sottolineato che il modo di reagire all'aggressione della Russia in Ucraina e anche nei Paesi baltici è sostenere l'Ucraina, consentire all'Ucraina di usare le armi che già hanno nel modo in cui hanno bisogno di usarle. "Questo è come si ferma la Russia", ha proseguito Landsbergis.

"Paura", così il ministro lituano definisce la postura Nato nei confronti di Vladimir Putin, sostenendo la necessità (per l'Europa e per la Nato) di disfarsi della propria paura di fermare la Russia e sostenere l'Ucraina nel modo in cui il è necessario. Per Landsbergis è questo il nodo principale, che avrebbe protratto il conflitto fin qui: la paura di cosa la Russia potrebbe pensare, di come la Russia potrebbe reagire o agire di fronte a una contro-asseritività atlantica. In questo momento la paura, secondo il titolare della politica estera lituana, sembra un invito, non solo un invito ad agire in modo ancora più feroce in Ucraina, con attacchi contro civili, ma anche "un invito ad agire nei nostri Paesi", ha affermato il titolare della diplomazia lituana. I fatti in corso a Kharkiv, nonché la battaglia per questa città simbolo, sono esattamente un esempio di questa dinamica.

La linea dura, secondo Landsbergis

Negli scorsi mesi, Landsbergis, aveva utilizzato i propri social come base per le proprie filippiche contro la presunta ignavia dell'Occidente. "Stabiliamo linee rosse per la Russia ma non per noi stessi", aveva tuonato stizzito il quarantaduenne titolare degli Esteri. A suo dire, l'Europa e l'Occidente intero, starebbero dichiarando da ben due anni cosa non farebbero, trasformandosi per Putin in un libro aperto, maneggiato sapientemente. Allo stesso modo ha reagito alla minaccia del cambio unilaterale dei confini marittimi da parte di Mosca: il ministro, infatti, chiede una risposta "misurata ma politica", ma a caldo, per non lasciare spazio di manovra alla Russia, prendendo molto sul serio gli annunci e le minacce di Putin.

Così come il ministro concorda sugli attacchi in territorio russo con armi Nato, previa autorizzazione. Ma Landsbergis preme anche su forniture ulteriori, come missili a lunga gittata, carri armati. Si dice fortemente preoccupato, soprattutto di fronte a una situazione che sta sfuggendo di mano. Parole amare anche nei confronti dell'Ungheria: "La European Peace Facility è bloccata, i colloqui di adesione dell'Ucraina sono presi in ostaggio dall'Ungheria. E potrei continuare: praticamente quasi tutte le soluzioni e decisioni dell'Ue sono bloccate da un solo Paese. Dobbiamo cominciare a vederlo come un approccio sistematico da parte di un solo Paese contro ogni sforzo dell'Ue di avere un ruolo significativo in politica estera". E aggiunge: "Questa cosa è andata troppo avanti".

Una linea condivisa con il presidente della Lituania

La parole di Landsbergis si inseriscono in un filone, tutto lituano, che preme per un ruolo più energico dell'Alleanza Atlanca sul Baltico. Vilnius, infatti, fin dallo scoppio del conflitto, teme di poter essere la prossima. Le istituzioni del Paese sono tutte concordi su questa linea, come testimonia la riconferma del presidente Gitanas Nauseda al ballottaggio. Ex banchiere di centrodestra, durante il primo mandato iniziato nel 2019 si è affermato come statista filoeuropeo e fervente difensore dell'Ucraina contro l'invasione della Russia. Per nauseda "l'odio alimentato dalla Russia minaccia il nostro ordine mondiale. Minaccia ognuno di noi", aveva dichiarato nel secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, due mesi fa. La battaglia per Kharkiv sembra accendere le preoccupazioni e le iniziative dei Paesi Baltici: la Lituania ha già manifestato la propria disponibilità a inviare uomini per addestrare l'esercito ucraino; stessa cosa dicasi per Lettonia ed Estonia .

L'anno scorso, i media locali hanno rivelato che Nauseda ha fatto parte del Partito Comunista tra il 1988 e il 1990: il presidente si è giustificato definendo questo episodio come un "errore giovanile" e ha indicato che era diventato membro del Partito Comunista solo per perseguire un carriera accademica.

Sulle politiche economiche, Nauseda è decisamente a sinistra, in quanto convinto difensore dello stato sociale e fautore di tasse più alte sulle imprese per finanziare la recente proposta del governo di aumentare la spesa per la difesa fino al 3% del PIL. Mantiene legami particolarmente stretti con il presidente polacco Andrzej Duda, che ha incontrato 35 volte durante i suoi cinque anni di mandato.

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