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Missili STRATUS a bordo delle fregate inglesi: ecco come funziona e perché è importante

Il Regno Unito adotta il nuovo vettore sulle fregate Type 26, rafforzando la capacità di strike a lungo raggio. La cooperazione con Francia e Italia crea una dottrina europea condivisa e ridisegna gli equilibri navali Nato ed europei

Missili STRATUS a bordo delle fregate inglesi: ecco come funziona e perché è importante

Il recente annuncio del ministero della Difesa britannico sulla piena adozione del missile da crociera STRATUS LO a bordo delle fregate Type 26 rappresenta un’innovazione per la strategia marittima del Regno Unito. Con questa decisione, Londra consolida la propria volontà di tornare a essere un attore di primo piano nella proiezione di potenza navale, rafforzando la dimensione offensiva delle sue future unità di superficie in un contesto europeo sempre più caratterizzato dalla competizione tra potenze e dalla ridefinizione degli equilibri nel Mediterraneo, nell’Atlantico e nell’Indo-Pacifico. Il programma STRATUS, frutto di una cooperazione industriale trilaterale, non introduce soltanto un nuovo sistema d’arma, ma definisce una vera e propria dottrina europea di strike a lungo raggio

Cosa sappiamo

Il progetto si afferma come risposta condivisa alla necessità di superare sistemi d’arma che, pur avendo segnato un’epoca, non rispondono più ai requisiti imposti dalle moderne difese aeree stratificate. Regno Unito, Francia e Italia hanno scelto di affidarsi a una base industriale comune per disegnare una famiglia di missili destinata a diventare l’architrave della capacità di attacco a lungo raggio nel dominio marittimo europeo. La cooperazione trilaterale non nasce soltanto dall’esigenza di ridurre i costi, ma dall’ambizione di creare un’infrastruttura strategica condivisa, nella quale interoperabilità e integrazione dottrinale diventano elementi essenziali di un’architettura militare capace di sostenere operazioni congiunte.

In questo scenario STRATUS si articola in una doppia interpretazione tecnologica. Da un lato la variante LO, pensata per ridurre la traccia radar e penetrare ambienti caratterizzati da difese avanzate, risponde all’esigenza di assicurare la neutralizzazione di bersagli di alto valore anche in spazi aerei contestati. Dall’altro la versione RS, caratterizzata da un profilo supersonico e da un approccio orientato alla rapidità d’ingaggio, introduce un paradigma complementare destinato agli scenari dove la velocità diventa l’elemento discriminante per superare le contromisure nemiche. Le due componenti, pur distinte, tracciano una strategia comune che affida alle marine europee un ventaglio di possibilità operative finora appannaggio di un ristretto numero di potenze globali.

Le Type 26 per la trasformazione offensiva britannica

L’integrazione di STRATUS LO sulle Type 26 conferisce a queste nuove unità un ruolo centrale nella trasformazione della Royal Navy. L’architettura della classe City riflette infatti la volontà di creare una piattaforma polivalente capace di adattarsi a un ventaglio molto ampio di missioni, dalla guerra antisommergibile alla difesa aerea, fino alla proiezione di potenza contro obiettivi terrestri. L’adozione del sistema di lancio verticale Mk 41, ormai standard operativo nell’Alleanza Atlantica, offre la possibilità di alloggiare missili da attacco profondo, intercettori e sistemi antisommergibile senza ricorrere a configurazioni dedicate, garantendo dunque flessibilità ed efficienza.

La scelta di equipaggiare le Type 26 con un missile a lungo raggio in grado di superare i mille chilometri d’autonomia attribuisce alla Royal Navy una capacità di ingaggio che consente di operare al di fuori delle zone interdette dalle difese costiere avversarie. Questa caratteristica rappresenta un vantaggio significativo non solo nelle operazioni autonome della Marina britannica, ma anche nella gestione di task force congiunte con gli alleati Nato. L’assenza di vincoli imposti dalla distanza dal teatro operativo permette infatti di sostenere missioni di deterrenza, interdizione marittima o attacco in profondità senza esporre le unità di superficie a rischi eccessivi.

Quali Implicazioni per l’Europa, la Nato e il Mediterraneo?

L’introduzione del missile STRATUS LO nella flotta britannica produce effetti che vanno ben oltre il rinnovamento dell’arsenale di Londra. Nel quadro europeo, la disponibilità di un sistema comune di strike navale favorisce una convergenza operativa senza precedenti tra tre delle principali marine del continente. La possibilità di pianificare operazioni con un armamento condiviso, affiancata a una catena logistica unificata, rafforza la coesione strategica dell’Europa marittima e migliora la capacità del continente di agire come attore unitario nelle crisi che interessano il Mediterraneo, il Mar Nero e l’Atlantico.

Nel quadro Nato, l’arrivo di un missile in grado di combinare furtività, precisione e raggio d’azione esteso rafforza la postura alleata nei confronti di attori che negli ultimi anni hanno investito in maniera massiccia nelle bolle di interdizione e negazione d’area. La presenza di navi alleate dotate di capacità di attacco a distanza consente di neutralizzare infrastrutture strategiche o forze navali avversarie prima che queste possano minacciare le linee di comunicazione marittime, elemento essenziale per la sicurezza dell’Europa e per la tenuta economica dell’intero spazio euro-atlantico.

In particolare il Mediterraneo assume un ruolo centrale, poiché rappresenta oggi un crocevia geopolitico dove operano potenze regionali dotate di sistemi avanzati di difesa costiera e capacità aeronavali competitive. L’ingresso delle Type 26 armate con questo armamento altera la dinamica della deterrenza in questo teatro, offrendo al Regno Unito e ai suoi partner una leva di pressione in grado di incidere sugli equilibri locali e di proteggere le rotte meridionali dell’Alleanza. Il futuro sviluppo della variante RS potrà ampliare ulteriormente questo ventaglio di opzioni, aprendo la strada a una dottrina duale, fondata sull’impiego coordinato di vettori stealth e supersonici in grado di saturare o eludere difese complesse.

Nei prossimi anni l’attenzione sarà rivolta alla piena integrazione del sistema sulle prime unità di nuova generazione e alla costruzione di una capacità di strike realmente europea, capace di operare in modo

coeso nei principali mari strategici del continente. STRATUS, quindi, non potrebbe rappresentare solo un’evoluzione tecnologica, ma una vera e propria riproposizione del ruolo marittimo europeo nel sistema internazionale.

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