Nuova mossa di Israele contro Hamas: allagare i tunnel sotto Gaza

L'esercito starebbe pensando a una soluzione in grado di porre fuori uso gran parte del fitto reticolato di tunnel sotto la Striscia di Gaza

Nuova mossa di Israele contro Hamas: allagare i tunnel sotto Gaza
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La lotta in superficie è solo uno spaccato della più generale battaglia in corso tra Israele e Hamas. Il vero obiettivo, come più volte reso noto dall'esercito dello Stato ebraico, è stanare i combattenti nelle loro roccaforti sottoterra. Distruggere cioè il reticolato di tunnel, gallerie e bunker dove i vertici di Hamas si nascondono e dove prendono le più importanti decisioni. Un'impresa però ritenuta quasi impossibile già alla vigilia e oggi, con l'esercito israeliano all'interno di Gaza, considerata non meno difficile. Da qui una soluzione emersa in un reportage del Washington Post: allagare il reticolato sfruttando l'acqua del Mediterraneo.

La strategia di Israele a Gaza

Al momento sarebbero più di 150 gli ingressi dei tunnel scoperti dai soldati israeliani nella Striscia. Molti di essi si trovano a nord di Gaza City, prima area interessata dalle operazioni dell'esercito israeliano. Da qui è partita l'avanzata verso la costa nord occidentale di Gaza, una direttrice considerata da Israele fondamentale perché diretta ad arrivare il prima possibile nella zona dell'ospedale Al Shifa. Lì dove cioè, sempre secondo le autorità dello Stato ebraico, ci sarebbero gli ingressi per i tunnel in cui trovano rifugio i vertici locali di Hamas.

Al momento, nelle viscere dell'area attorno l'ospedale sono entrate alcune videocamere che hanno ripreso ampie gallerie e una porta blindata. Per l'Idf questa è la prova principale dell'esistenza di un bunker e di un nascondiglio ben fortificato vicino il nosocomio. Il problema però è quello adesso di scandagliare le gallerie e andare alla ricerca dei miliziani. Compito non facile: i combattimenti nei tunnel rappresentano uno scenario problematico per l'esercito israeliano, già alle prese con l'aumento del numero delle vittime tra i propri soldati. Il conteggio è infatti ora arrivato a 63, segno che anche in superficie la battaglia è difficile.

Si cercano allora altre soluzioni. David Ignatius del Post, come sottolineato dal Corriere della Sera, ha intervistato un ufficiale israeliano e, pur non sbottonandosi del tutto, ha lasciato intuire quali potrebbero essere le alternative a una sanguinosa battaglia tra i tunnel. In primis, secondo l'ufficiale intercettato da Ignatius, ci sarebbe l'intervento di squadre speciali per interventi con tecniche industriali. Si tratterebbe di particolari intrusioni nel sottosuolo sfruttando medesimi metodi usati nelle miniere.

Ma l'idea che più si sta facendo largo tra i generali, sarebbe quella dell'allagamento del fitto reticolato sotto Gaza. Un metodo usato dagli egiziani a Rafah qualche anno fa, per impedire le attività dei contrabbandieri tra il Sinai e la Striscia. Solo che in quel caso le autorità de Il Cairo hanno sfruttato i canali di scolo delle acque reflue, il cui corso è stato deviato verso i tunnel usati da Hamas. Adesso invece Israele vorrebbe sfruttare le acque del Mediterraneo, aprire dei varchi nel terreno e far affluire l'acqua verso le gallerie.

Le incognite

Con gli allagamenti dei bunker, Hamas potrebbe non usufruire più dei propri posti di comando. Un risultato importante per Israele, raggiungibile in tal modo senza la sistematica distruzione di tutti i tunnel, impossibile da attuare in tempi brevi. Non mancano però le incognite. Nei bunker infatti, sarebbero sistemati gli ostaggi rapiti dagli islamisti nell'azione del 7 ottobre. Il rischio è che l'allagamento dei tunnel possa compromettere la loro incolumità.

In poche parole, prima di procedere con un eventuale allagamento della rete

sotterranea di Hamas, Israele deve aspettare. L'attesa deve riguardare soprattutto la sorte degli ostaggi. Solo se liberati, l'Idf allora passerebbe all'ideazione di un piano per sommergere i tunnel e rendere inagibili i bunker.

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