“Vicini a scontro nucleare”. “Armi all’uranio a Kiev”: perché si rischia l’escalation

Londra annuncia: all'Ucraina armi all'uranio impoverito. E la Russia attacca: Putin traccia la linea rossa, Shoigu evoca lo scontro nucleare

“Vicini a scontro nucleare”. “Armi all’uranio a Kiev”: perché si rischia l’escalation

Nuovo picco di tensioni tra Mosca e Londra: Vladimir Putin annuncia che la Russia è pronta ad arrivare alle estreme conseguenze nella sua reazione all'Occidente "collettivo", da lui indicato come inclusivo anche dell'Ucraina, se saranno usate armi all'uranio impoverito nei teatri bellici. E con una seraficità che colpisce, in risposta alla gravità delle accuse del presidente russo, il governo di Rishi Sunak conferma: la baronessa Annabell Goldie, sottosegretario di Stato presso il ministero della Difesa guidato da Ben Wallace, ha dichiarato in risposta a un'interrogazione parlamentare che Londra "oltre alla nostra concessione di uno squadrone di carri armati Challenger 2 all'Ucraina" fornirà "munizioni tra cui proiettili perforanti che contengono uranio impoverito. Tali proiettili sono molto efficaci per sconfiggere i moderni carri armati e veicoli corazzati".

La risposta di Lady Goldie è arrivata non ai Comuni, che in questi giorni dibattono sul Partygate dell'ex premier Boris Johnson, ma nella nobile atmosfera della Camera dei Lord, dove il Peer ereditario Lord Hylton le ha chiesto "se una qualsiasi delle munizioni attualmente fornite all'Ucraina contiene uranio impoverito" in un'interrogazione scritta di lunedì 20 marzo.

Mosca ha protestato duramente. Putin, ai margini degli incontri con la dichiarazione cinese, ha tracciato la linea rossa nell'uso di armi all'uranio impoverito da parte delle forze armate ucraine, da lui ritenute proxy dell'Occidente. E anche il ministero degli Esteri russo guidato da Sergej Lavrov ha sottolineato che la mossa di Londra rischia di provocare un'escalation. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato il governo britannico di voler creare uno "scenario jugoslavo" in Ucraina in un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram. "Questi materiali non solo uccidono, ma avvelenano anche l'ambiente e provocano il cancro nelle persone che abitano queste terre. È un po' ingenuo pensare che queste armi causeranno vittime solo tra coloro contro i quali vengono utilizzate. In Jugoslavia, i militari Nato, soprattutto italiani, sono stati i primi a pagarne le conseguenze", ha fatto presente Zakharova.

Il caso dell'uranio impoverito è attualmente uno dei più spinosi nelle relazioni internazionali. Il caso dell'avvelenamento e della morte di militari esposti alle armi "sporche" alimentate col sottoprodotto dell'arricchimento dell'uranio ha fatto parlare negli scorsi decenni in Italia. La Convenzione di New York del 1976 non inserisce le armi all'uranio impoverito, su cui non c'era sensibilizzazione all'epoca, tra le armi vietate dalle leggi internazionali, ma venticinque anni dopo nel 2001 la magistrata svizzera Carla Del Ponte, alla guida del Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, non escluse di indicare l'uso di armi all'uranio impoverito come potenziale crimine di guerra per le complesse condizioni che si vengono a creare in termini di fall-out e inquinamento ambientale dopo il loro utilizzo.

Il messaggio del sottosegretario britannico del governo di Rishi Sunak è in ogni caso spiazzante e ha prodotto il rischio di un'escalation retorica che bisognerà guardare con attenzione.

"Dopo le dichiarazioni del Regno Unito sulla fornitura di munizioni con uranio impoverito all'Ucraina siamo sempre più vicini a uno scontro nucleare": al culmine del climax retorico è arrivata la dichiarazione del ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu. Il quale ha enfatizzato la minaccia posta dalle armi britanniche a Kiev aprendo all'ennesimo salto di qualità del duello tra le potenze. Sempre più intente a giocare col fuoco.

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