Leggi il settimanale

Infuria la battaglia a Pokrovsk: il fronte che può cambiare la guerra in Ucraina

Le versioni russa e ucraina sulla caduta di Pokrovsk divergono: Mosca rivendica il pieno controllo, Kiev parla di battaglia in corso. La città, strategica per rifornimenti e logistica, è ora simbolo della guerra di logoramento

Infuria la battaglia a Pokrovsk: il fronte che può cambiare la guerra in Ucraina
00:00 00:00

Pokrovsk è caduta. A Pokrovsk ancora si combatte. Le notizie che giungono dal fronte sono contrastanti e la propaganda si impegna a smentire ogni progresso conseguito sul campo. Per il ministero della Difesa russo, la città di Pokrovsk, snodo strategico nella regione ucraina di Donetsk, è ormai sotto il totale controllo delle truppe di Mosca, che hanno esibito la propria bandiera nella piazza Shibanka, al centro di una città completamente devastata dai combattimenti.

"Le unità del raggruppamento di truppe 'Centro' hanno completato la liberazione della città di Pokrovsk", asseriscono i russi, che sarebbero impegnati nell’eliminazione dell'ultima resistenza di "piccoli gruppi delle forze armate ucraine ancora presenti nell'abitato". Ciò comporta la chiusura della sacca di Myrnohrad, dove le truppe ucraine sono già isolate a livello logistico. Da Kiev, invece, giungono informazioni diverse. Il comandante in capo delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, parla in queste stesse ore della prosecuzione di una "fase estremamente difficile" della difesa dell'agglomerato di Pokrovsk-Myrnohrad, confermando la narrazione ucraina che smentisce le dichiarazioni russe riguardo alla caduta della città.

Per il vertice delle forze armate ucraine, le truppe di Kiev hanno ancora il controllo della parte settentrionale di Pokrovsk, dove la battaglia continua. "Le unità ucraine continuano a presidiare la parte settentrionale di Pokrovsk. Nella zona di Pokrovsk e Myrnohrad, con azioni attive stiamo bloccando i tentativi del nemico di radunare gruppi di fanteria d'assalto e di avanzare attorno a questi insediamenti", afferma Syrskyi, cercando di smentire le dichiarazioni di Mosca che continua a sostenere di aver conquistato la città del Donetsk.

Per il presidente russo Vladimir Putin, la caduta di Pokrovsk ha un significato "speciale", dato che "da questo settore, l'esercito russo può facilmente avanzare in qualsiasi direzione che lo Stato Maggiore ritenga più promettente". La posizione di Pokrovsk l'ha sempre resa strategicamente importante, anche per via della sua stazione ferroviaria che nel corso della guerra è divenuta un snodo essenziale per l'intera regione contesa mentre il fronte avanzava. Le sue strade sono sempre state il principale collegamento con Dnipro, Kramatorsk e la cintura di fortificazioni ucraine nella provincia di Donetsk, dove transitavano truppe e rifornimenti, e venivano evacuti i feriti durante la notte.

Le mappe open source di DeepState, ampiamente utilizzate dai militari e dagli analisti, mostrano una situazione estremamente delicata, dove le avanguardie del 506° reggimento meccanizzato — le stesse del convoglio “Mad Max” che ha sfruttato nelle scorse settimane il favore della nebbia invernale per sfuggire ai droni dei difensori ucraini — avanzano a ventaglio nella zona a nord della città e minacciano di tagliare le linee di rifornimento per le truppe ucraine che resistono a Myrnohrad, dove il comando ucraino continua a dichiarare di condurre "azioni attive" per bloccare i "tentativi del nemico di radunare gruppi di fanteria d'assalto e di avanzare attorno a questi insediamenti".

Per il comandante ucraino Syrskyi, le immagini diffuse dal Cremlino in cui compare la bandiera russa a Pokrovsk hanno un puro scopo propagandistico per "influenzare i partecipanti ai negoziati internazionali", che sembrano essere seriamente compromessi dopo la notizia della cancellazione dell'incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff.

La battaglia di Pokrovsk dura ormai da diciotto mesi, e della città industriale con una popolazione prebellica di 60.

000 abitanti rimane solo un cumulo di macerie che per certi versi rappresenta alla perfezione le dinamiche di una guerra di logoramento: una guerra che spesso mette in dubbio il reale valore strategico delle città-fortezza, declassandole più a chimere da sconfiggere per issare una bandiera e dare dimostrazioni di forza all'avversario, o a piccole Alamo dove impegnare il nemico fino all'ultimo uomo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica