
«Ho ottime sensazioni», dice l'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff. Riguardano la possibilità di «arrivare a una soluzione a lungo termine a Gaza, un cessate il fuoco temporaneo e una soluzione a lungo termine, una soluzione pacifica del conflitto», spiega il negoziatore del presidente americano, mentre i parenti degli ostaggi ancora a Gaza (58 tra vivi e morti) premono sul governo di Benjamin Netanyahu perché si arrivi a un'intesa mediata con Hamas «adesso» e lo stop ai raid a 600 giorni dall'inizio del conflitto. Con Trump al suo fianco, Witkoff ha precisato che il presidente statunitense «sta rivedendo il documento». Ma quanto davvero questo porterà a una tregua nella Striscia di Gaza è ancora difficile da dire.
In giornata, Hamas aveva anticipato la notizia, anticipando di aver raggiunto con Witkoff l'accordo per un cessate il fuoco permanente. Ma da Israele, funzionari anonimi frenano gli entusiasmi e accusano ancora gli islamisti di «guerra psicologica» e propaganda. «La proposta di Hamas è inaccettabile, sia per Israele che per l'amministrazione americana. Come ha affermato lo stesso inviato Usa due giorni fa, mentre Israele ha accettato il quadro Witkoff, Hamas continua a rifiutarlo».
In attesa di una svolta nei negoziati, la guerra continua a Gaza. I palestinesi sono alla fame (ieri, centinaia di palestinesi hanno dato l'assalto a un magazzino di cibo dell'Onu nella Striscia, e nei disordini sono morte 4 persone) e la comunità internazionale preme per la fine del conflitto e l'ingresso di maggiori aiuti. In giornata si era diffusa la voce dello stop alla distribuzione di pacchi alimentari ai civili palestinesi da parte della Gaza Humanitarian Foundation, dopo il caos e gli spari in aria del giorno precedente, il primo del nuovo piano israeliano di aiuti che esclude Onu e ong. Voce poi smentita proprio dalla Ghf, che ha accusato Hamas di diffondere messaggi falsi su gruppi Facebook. Al contrario, dagli Stati Uniti, un funzionario americano citato dal Times of Israel si è detto convinto che una volta che la Fondazione funzionerà, altri vorranno condividere il suo successo», aggiungendo che Paesi europei, e non solo, contattati dall'amministrazione Usa a inizio mese per sostenere Ghf non hanno risposto in «modo favorevole». A causa della fame che ancora attanaglia i civili palestinesi e per spingere alla fine del conflitto, la Spagna ha chiesto all'Unione europea non solo la sospensione dell'accordo di associazione Ue-Israele, ma anche l'adozione di sanzioni, compreso un embargo sulla vendita di armi. Nella Striscia infatti si continua a morire. Le vittime hanno superato quota 54mila. E Israele si muove su tutti i fronti.
Dal mattino diversi obiettivi degli estremisti Houthi sono stati attaccati nello Yemen, compreso l'aeroporto della capitale Sanaa. In Libano, l'Idf ha eliminato il comandante di Hezbollah Nabil Balaghi, nella zona di Yater, sud del Libano.