Putin raddoppia gli stipendi ai soldati ma non basta: l'esercito russo ha un problema di reclutamento

Stipendi al top, ma reclutamento che zoppica: le forze armate di Putin faticano a raggiungere l'obiettivo di alzare da 1,15 a 1,5 milioni di effettivi il personale dell'esercito

Putin raddoppia gli stipendi ai soldati ma non basta: l'esercito russo ha un problema di reclutamento
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Nonostante incentivi economici crescenti, le forze armate di Vladimir Putin hanno difficoltà ad aumentare la platea per il reclutamento di nuove truppe e sottufficiali per rimpolpare i ranghi della Russia nel conflitto in Ucraina. Questo quanto emergerebbe dalle informazioni raccolte dalla Defence Intelligence del Regno Unito, l'organo di informazione e sicurezza delle forze armate di Sua Maestà.

Al centro dell'analisi della Defence Intelligence il ruolo dell'incentivo economico dato da Putin per l'arruolamento: prima della guerra un militare dell'esercito russo guadagnava poco più di 81mila rubli al mese (785 euro). A novembre Putin ha segnalato che ogni militare richiamato nella mobilitazione ordinata il 31 ottobre avrebbe ricevuto, in caso di invio al fronte, 195mila rubli al mese, pari a 1.885 euro. Ora secondo la Defence Intelligence i soldati di Putin in Ucraina guadagnano oltre 200mila rubli al mese, cioè sui 2mila euro al mese, uno stipendio pari a 2,7 volte la media nazionale. L'intelligence militare del Regno Unito scrive nel suo rapporto che "con questo rapporto, un soldato semplice nel Regno Unito dovrebbe guadagnare 90mila sterline l'anno", ovvero 105mila euro (poco meno di 9mila euro al mese) per avere una paga paragonabile.

Putin spreme al massimo il tema del costo del personale, minoritario nel bilancio militare russo, per avere incentivi al reclutamento sempre più crescenti, ma i servizi segreti britannici notano nel rapporto pubblicato su X (Twitter, ndr) che "è assai improbabile che la Russia raggiunga i target" previsti per il reclutamento. Obiettivi che, lo ricordiamo, vanno oltre il classico giro di leva militare delle classi chiamate al servizio nelle forze armate trimestre dopo trimestre: le truppe in questione, che sono 150mila per ogni coorte, e che Putin vuole convincere a rimanere nel giro dell'esercito per aumentare, secondo i piani, il personale in servizio dagli attuali 1,15 a 1,5 milioni di effettivi. Il Cremlino è al lavoro per nuovi messaggi promozionali di massa: non abbiamo idea, e l'intelligence britannica non dà informazioni in merito, su quanto ampio sia il varco aperto nelle forze armate russe, ma le mosse di Mosca mostrano che l'obiettivo di inserire a tempo pieno 350-400mila nuovi soldati formati a tempo pieno è ben lontano dall'essere raggiunto.

La comparsa di avvisi su Internet che offrivano ai russi residenti in Kazakistan un pagamento sull'unghia di 5mila dollari qualora accettassero la chiamata della campagna russa di reclutamento a partire dai mesi di luglio e agosto ne è un esempio. La modifica alla legge della coscrizione che alzerà da 18 a 21 l'età minima per il servizio militare estenendo però per le nuove classi di leva da 28 a 30 il massimo per il suo completamento mira a costruire un contesto in cui l'esercito russo possa avere truppe mature, formate, motivate.

Nel frattempo c'è l'emergenza dell'Ucraina.

E qua gli incentivi economici mostrano la correlazione diretta tra la volontà di Putin di rafforzare il suo esercito e il peso crescente del reclutamento nelle regioni più povere del Paese: "Secondo il rapporto dell'agenzia investigativa iStories e del gruppo di monitoraggio della guerra Conflict Intelligence Team (Cit), 23 delle 26 regioni con la più alta percentuale di reclute hanno redditi inferiori alla media nazionale", ha scritto il Moscow Times. Un dato che fa riflettere e che mostra, al contempo, come Putin abbia interesse a evitare che la guerra investa, di fatto, Mosca e San Pietroburgo, "capitali" del suo potere, sotto forma di una crescita del numero di bare di ritorno dal duro conflitto a Est in cui, dal febbraio 2022 a oggi, almeno 30mila soldati sono caduti sul campo. Appartenendo spesso a quell'élite di veterani difficile da sostituire sul breve periodo anche qualora il reclutamento avesse il massimo successo sul fronte quantitativo.

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