Il Consiglio europeo informale di Copenaghen si preannuncia cruciale per il futuro dell’Ucraina e dell’Unione.
Tra i temi centrali, l’uso dei beni russi congelati per sostenere Kiev e la proposta di Costa di limitare il potere di veto dei singoli Paesi nei negoziati di adesione. Intanto, la NATO rafforza la sorveglianza aerea nel Baltico dopo nuovi incidenti con droni, mentre Mosca annuncia 135mila nuove leve. Un vertice che intreccia finanza, politica e sicurezza.Danimarca convoca i riservisti dopo incidente droni
I recenti incidenti con droni osservati presso strutture di difesa e aeroporti hanno spinto la Danimarca a richiamare soldati dalle forze di riserva, riporta la TV2 danese. La convocazione, spiega la tv, fa riferimento ai voli dei droni nello spazio aereo danese. L'emittente spiega di non conoscere l'entità esatta delle chiamate. Tuttavia, secondo alcune fonti, si tratterebbe di diverse centinaia di soldati, con l'obbligo di presentarsi il prima possibile. Le Forze Armate danesi, aggiunge, non hanno commentato la notizia. La Danimarca ospiterà un vertice informale dell'Ue a partire da mercoledì.
Fonte Ue, uso asset russi per Kiev su tavolo vertice Copenaghen
"Il sostegno all'Ucraina e la questione del finanziamento, come sapete, sono questioni concrete. Dobbiamo strutturare la possibilità di finanziamenti per l'Ucraina a partire dal prossimo anno. In questo contesto, la discussione sull'utilizzo degli asset russi immobilizzati sarà naturalmente sul tavolo". Lo riferisce un alto funzionario Ue in vista del Consiglio europeo informale di mercoledì a Copenaghen."Questa è una questione molto complessa con molte implicazioni finanziarie e legali. Non mi aspetto che i leader entrino nei dettagli di tali implicazioni, ma certamente è necessario un orientamento politico sulla loro disponibilità a lavorare su questo aspetto per utilizzare i beni immobilizzati per il finanziamento dell'Ucraina", precisa la fonte.
Fonti Ue, Costa proporrà a leader stop unanimità su adesione
Un tema che sarà sul tavolo dei leader al Consiglio europeo informale di mercoledì a Copenaghen, "è quello dell'allargamento del processo di adesione dell'Ucraina, e di come possiamo noi, come Unione, garantire che il processo di adesione dell'Ucraina, e tra l'altro anche degli altri paesi candidati, proceda effettivamente sulla base dell'approccio del merito. Il Presidente del Consiglio europeo, durante il suo tour nelle capitali, ha esplorato diverse possibilità con i delegati, in particolare la possibilità di modificare il quadro negoziale per i paesi attuali in modo che i capitoli possano essere aperti a maggioranza qualificata, mentre dovrebbero comunque essere chiusi dall'Unione". Lo riferisce un alto funzionario Ue in vista del vertice di mercoledì a Copenaghen."Naturalmente, questo cambiamento richiederebbe l'unanimità, quindi esigeremmo che tutti gli Stati membri siano d'accordo. Non è un'idea del tutto nuova. È stata proposta dalla Slovenia e dalla Germania qualche anno fa. All'epoca, non era tra le più gettonate. Ora c'è urgenza, quindi vale la pena rimetterla sul tavolo. Vediamo se questo accadrà durante il vertice o con i contatti a margine e valutiamo se è fattibile intraprendere questa strada", spiega."Non entrerò nei dettagli della conversazione che ha avuto con i leader, ma se avesse ritenuto che non ci fosse alcuna possibilità che questo si concretizzasse attraverso l'unanimità richiesta, non avrebbe presentato la questione. Quindi, per il momento, dato il contesto in cui si svolge questa discussione, non si ha l'impressione che ciò sia del tutto impossibile, e finché non lo sarà, continuerà i suoi contatti", spiega la fonte. "Ora a Copenaghen dovremo vedere se sia utile discuterne apertamente o se sia necessario continuare a maturare bilateralmente questa idea con gli Stati membri. Ovviamente, non è Don Chisciotte. Quindi si vorrà andare avanti con qualcosa che non è impossibile", conclude il funzionario.
intensifica sorveglianza aerea Baltico, rafforzata anche in Danimarca
La Nato sta intensificando la sorveglianza aerea nel Mar Baltico, mentre Francia, Germania e Svezia stanno rafforzando le difese aeree della Danimarca in vista di due vertici a Copenaghen questa settimana, l'informale dei leader e il vertice della Comunità politica europea, in seguito a una serie di preoccupanti incidenti con droni vicino agli aeroporti e alle basi militari del paese. Il numero di gravi violazioni dello spazio aereo in Europa è aumentato vertiginosamente questo mese, anche da parte di jet russi. Ma non tutti gli alleati della Nato concordano su come rispondere. La Polonia è pronta a usare la forza, altri sostengono che debba essere solo l'ultima risorsa. Indipendentemente da chi sia l'autore delle violazioni in Danimarca, i leader europei ritengono che la Russia stia mettendo alla prova la Nato. Dopo l'episodio di invasione dello spazio aereo di droni in Polonia, la Nato ha lanciato l'operazione Eastern Sentry, l'operazione sentinella dell'Est, con il Regno Unito tra gli alleati che invieranno ulteriori equipaggiamenti per la difesa aerea. Tuttavia, questi schieramenti potrebbero anche privare l'Ucraina dei sistemi di difesa aerea di cui ha disperatamente bisogno dai suoi alleati. La Nato deve muoversi sul filo del rasoio nella sua risposta.
Il messaggio della Polonia è chiaro: intende abbattere gli intrusi sul suo territorio. "Se un altro missile o aereo entra nel nostro spazio senza permesso, deliberatamente o per errore, e viene abbattuto e il relitto cade sul territorio Nato, per favore non venite qui a lamentarvi", ha detto la scorsa settimana il ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski alla delegazione russa all'Onu. "Siete stati avvertiti", ha aggiunto. La Polonia ha attivato le sue difese aeree durante il fine settimana nel corso di un importante attacco russo all'Ucraina. La difesa è una prerogativa nazionale, anche all'interno della più grande alleanza militare del mondo. La Polonia o la Finlandia, ad esempio, potrebbero usare la forza per difendere il loro territorio. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha concordato sul fatto che i paesi europei dovrebbero essere in grado di abbattere gli autori delle violazioni. La responsabilità di tale atto ricadrebbe sul Paese interessato. La Nato, tuttavia, è probabile che sia più cauta in qualsiasi operazione congiunta che utilizzi aerei e materiali provenienti dall'alleanza di 32 paesi. "Dobbiamo agire con decisione e rapidità", ha dichiarato la scorsa settimana il Segretario Generale della Nato, Mark Rutte, sottolineando però che è importante "valutare sempre i livelli di minaccia" per valutare se sia necessario l'uso della forza.
Berlino: "Utilizzo asset russi congelati potenziale punto di svolta"
Il governo tedesco vede il proposto aumento dell'uso dei beni statali russi congelati nell'Ue come un potenziale punto di svolta nella guerra in Ucraina. "Questa questione è probabilmente la più grande leva politica che gli europei possono attualmente esercitare", ha dichiarato un rappresentante del governo tedesco come riporta Ntv. La scorsa settimana, il cancelliere Friedrich Merz ha proposto di donare 140 miliardi di euro all'Ucraina. Euroclear, con sede in Belgio e dove sono depositati i beni congelati, acquisterebbe quindi obbligazioni dell'UE e le presterebbe all'Ucraina. "Se riusciamo ad applicare questa leva, allora abbiamo il potenziale per cambiare le carte in tavola", ha affermato il rappresentante del governo, spiegando che questo costringerà Mosca a valutare la possibilità di non tornare al tavolo dei negoziati.
Putin firma per 135.000 arruolati nella leva autunnale
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per l'arruolamento di 135.000 soldati per la leva autunnale, dopo i 160.000 arruolati nella leva primaverile. Lo riferiscono le agenzie russe. I coscritti sono di età comprese tra i 18 e i 30 anni. Lo scorso anno erano stati arruolati come soldati di leva 150.000 giovani in primavera e 133.000 in autunno. Nel conflitto in Ucraina sono tuttavia impiegati in larga maggioranza soldati che si sono arruolati volontariamente a contratto, con stipendi che superano di varie volte quelli medi in Russia. All'inizio di luglio il vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev, aveva detto che nei primi sei mesi dell'anno erano stati arruolati 210.000 contrattisti. Lo stesso Medvedev lo scorso gennaio aveva detto che nel 2024 i contrattisti arruolati erano stati 450.000, dopo i 486.000 del 2023. Alla fine del 2023 Putin aveva detto che due terzi dei militari impiegati a quel tempo in Ucraina erano contrattisti e un terzo riservisti richiamati alle armi
Tusk: "La guerra di Kiev è la nostra guerra"
"Voglio dirlo molto chiaramente, anche ai miei concittadini polacchi: questa guerra è anche la nostra guerra. Troppo spesso, qui a Varsavia e altrove, sento la gente dire: 'Questa non è la nostra guerra; non ci riguarda. Lasciamo che combattano le loro battaglie. Non vogliamo pagare, sacrificare denaro, tempo o vitè. Non si tratta di stabilire se qualcuno ami l'Ucraina o se abbia avuto esperienze positive o negative con essa. Non è solo una questione di solidarietà con un Paese che è stato attaccato. È una questione di sicurezza e di sopravvivenza della civiltà occidentale. Questa è la nostra guerra perché la guerra in Ucraina fa parte di un progetto orribile che riemerge di tanto in tanto: un programma politico volto a schiavizzare le nazioni, a privare della libertà individuale e a portare autoritarismo, dispotismo, crudeltà e violazione dei diritti umani. Non elencherò tutto ciò che l'attuale regime di Putin – e altri luoghi nel mondo – rappresenta, ma sono chiari. Che ci piaccia o no, questa è la nostra lotta – non solo per solidarietà con gli attaccati, ma perché è nel nostro interesse fondamentale". Lo dice premier polacco, Donald Tusk, al Forum sulla sicurezza a Varsavia. "Se perdiamo questa guerra – e dobbiamo parlare in prima persona – le conseguenze riguarderanno non solo la nostra generazione, ma anche le generazioni future in Polonia, in tutta Europa, negli Stati Uniti, ovunque. Non ci siano illusioni. Affermare ciò deve portare a conseguenze pratiche. La Polonia ha capito presto – non solo per via della geografia e della storia, ma anche grazie a una lucida valutazione della Russia moderna – che non si può risparmiare sulla sicurezza. Abbiamo capito che la solidarietà e l'unità all'interno dell'Ue, della Nato e della famiglia transatlantica sono assolutamente necessarie non solo per sopravvivere, ma anche per sconfiggere coloro che attaccano le fondamenta della nostra civiltà", aggiunge.
Tusk: "La guerra di Kiev è la nostra guerra"
"Voglio dirlo molto chiaramente, anche ai miei concittadini polacchi: questa guerra è anche la nostra guerra", afferma il premier polacco, Donald Tusk, al Forum sulla sicurezza a Varsavia. "Troppo spesso, qui a Varsavia e altrove, sento la gente dire: 'Questa non è la nostra guerra; non ci riguarda. Lasciamo che combattano le loro battaglie. Non vogliamo pagare, sacrificare denaro, tempo o vite. Non si tratta di stabilire se qualcuno ami l'Ucraina o se abbia avuto esperienze positive o negative con essa. Non è solo una questione di solidarietà con un Paese che è stato attaccato. È una questione di sicurezza e di sopravvivenza della civiltà occidentale. Questa è la nostra guerra perché la guerra in Ucraina fa parte di un progetto orribile che riemerge di tanto in tanto: un programma politico volto a schiavizzare le nazioni, a privare della libertà individuale e a portare autoritarismo, dispotismo, crudeltà e violazione dei diritti umani. Non elencherò tutto ciò che l'attuale regime di Putin – e altri luoghi nel mondo – rappresenta, ma sono chiari. Che ci piaccia o no, questa è la nostra lotta – non solo per solidarietà con gli attaccati, ma perché è nel nostro interesse fondamentale".
Kiev: colpito stabilimento russo di prodotti
L'Ucraina ha confermato i danni allo stabilimento Elektrodetal nella regione russa di Bryansk, che produce prodotti per le esigenze militari dell'esercito russo. Lo riporta RBC-Ucraina citando lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine in un messaggio su Telegram. “Nell'ambito della riduzione delle capacità dell'esercito di occupazione nemico, il 29 settembre le unità delle forze missilistiche e dell'artiglieria delle Forze armate ucraine, in collaborazione con altre componenti delle Forze di difesa, hanno lanciato quattro missili contro la società per azioni 'Karachevsky Zavod Elektrodetal’ durante un attacco missilistico", ha riferito lo Stato maggiore.
La FRancia invia in Danimarca squadre anti drone
La Francia invia a Copenaghen un distaccamento militare composto da 35 uomini, un elicottero Fennec e risorse speciali anti-drone a sostegno delle forze armate danesi, in risposta al recente aumento dei voli di droni non identificati. Lo rende noto il ministero della Difesa francese in una nota dove si sottolinea che il distaccamento "opererà in piena cooperazione con le autorità danesi e nel rispetto della sovranità del nostro alleato". Il sostegno alla Difesa danese arriva in preparazione del vertice informale dell'Unione Europea previsto a Copenaghen l'1 e il 2 ottobre. "Questo distaccamento integra le risorse danesi ed europee schierate per l'occasione e dimostra la solidarietà europea in materia di difesa di fronte a una grave minaccia", si legge in nella nota.
Cremlino: "Tomahawk? Nessuna arma magica cambierà situazione fronte"
"Anche se così fosse (se gli Stati Uniti fornissero all'Ucraina missili Tomahawk - ndr), non esiste alcuna panacea che possa cambiare la situazione sul fronte per il regime di Kiev. Non esistono armi magiche, che si tratti di Tomahawk o di altri missili, che possano cambiare le dinamiche". Come riporta l'agenzia Tass lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, rispondendo alla domanda su come la Russia valuta le dichiarazioni relative alla possibile fornitura di missili Tomahawk da parte degli Stati Uniti a Kiev.
Orban: "Nostri droni in Ucraina? Sciocchezze"
Sui droni ungheresi che avrebbero violato secondo fonti ucraine lo spazio aereo di Kiev, il premier magiaro Viktor Orbán ha ribattuto che l'Ucraina farebbe meglio a preoccuparsi dei velivoli che arrivano da Est: "L'Ucraina non è in guerra con l'Ungheria ma con la Russia e quindi deve occuparsi dei droni sul confine orientale. Qui ci sono Stati membri della Nato. L'entroterra ucraino è sicuro, quindi nessuno attaccherà da qui" ha detto il premier in un'intervista trasmessa online, bollando come una "sciocchezza" l'accusa mossa dall'Ucraina. "Credo ai miei ministri, ma supponiamo che (i droni) siano volati per pochi metri, e allora? L'Ucraina non è un paese indipendente, l'Ucraina non è un paese sovrano - ha detto Orbán -. L'Ucraina è tenuta a galla dall'Occidente. Noi le forniamo armi, l'Ucraina non deve comportarsi come se fosse uno stato sovrano". L'Ucraina, ha aggiunto, "ha perso un quinto del suo territorio nella guerra con i russi. Il resto dell'area è tenuto a galla da noi. Ora, i 2, 3, 4 droni ungheresi che sono passati o meno, non sono il problema di cui dovrebbero occuparsi gli ucraini. Non hanno nemici qui" ha concluso.
Kellogg: "Trump ha autorizzato Kiev per attacchi a lungo raggio"
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha autorizzato l'Ucraina a lanciare attacchi a lungo raggio contro la Russia. Lo ha detto l'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Keith Kellogg all'emittente Fox News. Secondo Kellogg il presidente ha autorizzato attacchi a lungo raggio contro la Russia, "ma a volte il Pentagono non ha dato all'Ucraina l'autorità di eseguirli". Alla domanda su ciò che è stato autorizzato dagli Usa, Kellogg ha risposto: "Penso che, dopo aver letto quello che ha detto, la risposta sia sì. Bisogna usare la capacità di colpire in profondità. Non ci sono punti sicuri".