Guerra in Ucraina

"È un vero inferno per i russi": che cosa sta succedendo in Crimea

Il rappresentante della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa di Kiev, Andriy Yusov, ha affermato che la Crimea è diventata un'area molto problematica e vulnerabile per i russi

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In Crimea la situazione è sempre più tesa, tra continui raid e blitz portati avanti dalle forze di Kiev impegnate nella loro controffensiva volta a riconquistare i territori occupati dai russi. Fonti ucraine hanno spiegato che queste ultime settimane sarebbero state un vero e proprio inferno per gli uomini del Vladimir Putin, mentre l'intera area sarebbe diventata tanto problematica quanto vulnerabile per il Cremlino. Il caso più recente riguarda un missile ucraino lanciato su Dzhankoi abbattuto dalle difese russe. In precedenza, durante il fine settimana, il ponte di Kerch era stato chiuso per lavori di riparazione necessari dopo una forte esplosione registrata nei pressi di Krasnoperekopsk.

Cosa succede in Crimea

Le parole di Andriy Yusov, rappresentante della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa di Kiev, illustrano quanto sta accadendo in Crimea e lasciano presagire cosa potrebbe succedere da qui alle prossime settimane. "Le loro azioni (dei russi ndr) non sono un mistero o un segreto per l'Ucraina. Anzi, recentemente la Crimea è diventata il loro più grande problema e vulnerabilità", ha dichiarato il funzionario ucraino secondo quanto riportato da Unian. Nello specifico, le ultime settimane "sono diventate un vero e proprio inferno per gli invasori in Crimea", ha aggiunto, spiegando che le forze del Cremlino "hanno capito che la situazione non migliorerà".

Per Yusov, i recenti eventi in Russia - come le esplosioni nella fabbrica militare di Smolensk - dimostrerebbero chiaramente che Mosca non avrebbe una difesa aerea adatta per proteggere il suo territorio. "Pertanto - ha concluso il rappresentante ucraino - il comando militare russo, ma prima di tutto la società russa, dovrebbe riflettere su cosa sia più importante: ridistribuire i sistemi di difesa aerea ai territori ucraini temporaneamente occupati o difendere direttamente la Madre Russia". Un avvertimento chiaro ed esplicito, che serve ad aggiungere ulteriore pressione sulla Federazione Russa.

La strategia ucraina

Il capo del contingente militare di Dzhankoi, Sergei Aksyonov, ha spiegato su Telegram che le forze aeree locali hanno abbattuto un missile e che i suoi detriti hanno danneggiato alcuni magazzini. "Non si sono registrati morti nè feriti", ha quindi aggiunto. Ma, al netto di questo episodio tutto sommato contenuto da Mosca, l'elenco dei precedenti andati a buon fine inizia ad essere piuttosto corposo.

Il 28 settembre il canale Telegram Krymskiy Viter ha riferito di una forte deflagrazione nei pressi di Krasnoperekopsk, con tanto di chiusura per il ponte di Crimea, struttura attaccata il 17 luglio da due droni marini ucraini, causando vittime e, questa volta sì, ingenti danni. Ancor prima, Mikhail Razvozhayev, il governatore di Sebastopoli aveva annunciato il respingimento di un attacco aereo sulla penisola. "Le nostre forze armate stanno respingendo un attacco missilistico. Secondo i dati preliminari, la difesa aerea ha abbattuto un missile vicino all'aeroporto di Belbek. Il lavoro continua", scriveva Razvozhayev su Telegram.

L'Ucraina sta seguendo una strategia ben precisa. Anche se, come spiegato dal segretario del Consiglio di sicurezza e difesa ucraino, Oleksi Danilov, Kiev dovrebbe adottare una strategia unica per garantire la riconquista della penisola di Crimea e della regione del Donbass. "Non sono favorevole a scrivere una pagina separata per la liberazione della regione di Donetsk, della regione di Luhansk e della Crimea.

Dovrebbero rientrare in una strategia generale", ha dichiarato l'alto funzionario ucraino.

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