
La Lombardia è pronta a dare battaglia anche sui fondi europei di coesione: "Se dovessero passare da una gestione regionale ad una centralizzata dallo Stato, verrebbe decretata la fine delle Regioni" avverte l'assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi che immagina risvolti negativi anche sulla crescita economica del Paese. "Una governance diversa, quindi nazionale - osserva -, provocherebbe il freno alle economie delle Regioni più produttive e ai servizi rivolti ai cittadini". Per la sola Lombardia, ad esempio, significherebbe far venir meno "specifici supporti a oltre 900mila partite Iva". Per questo la Regione guarda con attenzione alla prossima programmazione del bilancio pluriennale europeo 2028-2034. Un terzo della cassaforte comunitaria, ad oggi, è rappresentata dai fondi di coesione.
Le prime discussioni sono già cominciate, con l'Ue che ha incluso tra le priorità sul loro utilizzo anche il tema della difesa. La preoccupazione della Lombardia e di gran parte delle Regioni europee più produttive, è ora rivolta alla gestione di queste risorse. Soltanto tra il Fondo europeo di sviluppo regionale e quello sociale europeo, la programmazione 2021-2027 ha fatto atterrare in Lombardia circa 3,5 miliardi di euro. Entro il mese di luglio, la nuova commissione Ue dovrà formulare una proposta e c'è la possibilità che si vada verso un piano unico per ciascuno Stato membro concentrato su priorità comuni. Così facendo non ci sarebbero più contatti e negoziazioni dirette con le Regioni che diventerebbero organismi intermedi o addirittura semplici beneficiari.
Guidesi si rivolge anche al governo italiano affinché faccia pressione: "Se il Paese non vuole fare a meno delle influenze positive economiche delle Regioni più produttive, come la Lombardia, deve permettere loro di continuare a incidere sulla crescita e sull'innovazione. Questo oggi succede grazie alle risorse europee gestite dalle Regioni. Se questo non dovesse più accadere, è chiaro che si frenerebbe la Lombardia e quindi si danneggerebbe tutta l'Italia".
Su questo argomento scende in campo tutto il sistema lombardo. La Regione, le parti sociali e gli altri soggetti del partenariato economico-sociale che compongono il "Patto per lo sviluppo", hanno inviato un documento congiunto al ministero per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione per chiedere al governo di promuovere in Europa una posizione sulla futura politica di coesione "che ribadisca la centralità delle Regioni e del sistema delle autonomie locali". Le Regioni, le istituzioni più vicine alle comunità, devono restare dunque "gli interlocutori primari" con l'impegno della Lombardia che si mette alla guida di un fronte del Nord, di muoversi in maniera "coordinata e unitaria" con le altre Regioni italiane e continentali per "dare più voce ai propri territori in Europa".
Anche attraverso iniziative come questa, "confermiamo compattezza e unità di intenti - conclude il governatore Attilio Fontana - con l'obiettivo di continuare ad affermare il valore e la forza di una Regione che con determinazione vuole mantenere il proprio ruolo strategico non solo a livello nazionale, ma anche su scala internazionale".