Come gustare meglio l’acqua del rubinetto

Come gustare meglio l’acqua del rubinetto

La tecnica di far bollire l'acqua ha origine molto antiche e si è sviluppata in modo indipendente sia in Europa, dove nei monasteri benedettini, molto attivi come la scuola medica Salernitana nell'erboristeria, veniva praticata per purificare l'organismo, e fuori dall'Europa. Per esempio in India per l’Ayurveda l'acqua non è né un liquido né un dissetante, bensì un cibo. Nutre, lubrifica e disintossica. Ci sono diversi tipi di acqua: ciascuno ha proprietà differenti, che dipendono dal momento in cui cade come pioggia o la si coglie, dal vento e dalla temperatura e persino dal luogo in cui è mantenuta o conservata. Se la pioggia cade su terra di colore bianco avrà sapore astringente. Su terra di colore giallastro, sapore amaro. Su marrone, alcalino. Su nero, dolce. Su terreno montuoso, pungente.
I vari tipi di acqua sono Dhaaram: acqua piovana (Gaangam, raccolta direttamente dalla pioggia e filtrata, o Saamudram, raccolta direttamente in pozza), Kaaram (acqua da neve), Towsharam (acqua da condensa), Haimam (acqua dalla fusione del ghiaccio). Queste sono le principali qualità dell’acqua: antiossidante, defatigante, digestiva, cardiotonica, idratante, rinfrescante, energizzante, aumenta la lucentezza della pelle, previene la stipsi.
Tra gli usi terapeutici dell’acqua in Ayurveda la cosiddetta «terapia interna» prevede l'assunzione di acqua calda bollita (Usnodaka) 5-6 tazze al dì (pari a 1–1,5 litri): tempo di bollitura e temperatura variabile a seconda della costituzione dell’individuo. Migliora la digestione, ha effetto drenante, detossinante, idratante e antiansiolitico. L'assunzione di acqua calda bollita addizionata con erbe (un buon tè o una buona tisana) è una vera e propria formulazione farmacologica (acqua come veicolo): quantità, tempo di bollitura e tipi di erbe variabili a seconda della costituzione e degli obiettivi terapeutici.
Per tornare alla nostra acqua bollita quello che si deposita e quella pellicola che si forma in superficie è solo il calcare, che è assolutamente innocuo; quello in superficie poi, quando si versa l'acqua nella bottiglia, si amalgama col resto. Volendo si può filtrare l'acqua con dei filtri di carta, ma la ritengo una complicazione superflua.

Quanto al gusto, che è soggettivo, bisogna paragonare quest'acqua solo con analoghe acque non frizzanti, perché certe acque molto mineralizzate o naturalmente frizzanti sono molto più sapide, e gustarla alla stessa temperatura.

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