«Viviamo sulla stessa isola, scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492: siamo come fratelli. E infatti siamo stati i primi a soccorrerli. In questo momento le nostre case e i nostri ospedali sono per loro». Gli abitanti di Haiti e quelli della Repubblica Domicana. A dividerli una manciata di chilometri, a distinguerli la loro storia. «Ma siamo come vicini di casa», insistono Natacha Sanchez, console generale della Repubblica Dominicana e Neyda Garcia, direttrice dellufficio del turismo della Repubblica Dominicana. Entrambe, dal consolato milanese, spiegano che «la solidarietà non deve per forza frenare leconomia». Nella Repubblica Dominicana il motore è il turismo, «da noi le spiagge e le strutture sono sempre le stesse, ci sono le navi da crociera e i campi da golf - riconosce Neyda Garcia - Sono una grande attrattiva per i turisti e una grande risorsa per il Paese. Non avrebbe senso fermare tutto questo. Sarebbe come dire che il terremoto che ha devastato lAbruzzo avrebbe dovuto impedire agli altri italiani di lavorare».
A otto giorni dal sisma che ha devastato il «Paese fratello» il console Natacha Sanchez fa un bilancio: «Si è mobilitata la popolazione intera, non solo il governo. In un solo giorno grazie a una trasmissione televisiva sono stati raccolti 55 milioni di pesos. Molta gente è andata ad Haiti per aiutare, una giovane mamma che aveva appena partorito, ha lasciato il suo bimbo per allattare gli orfani in ospedale».
«Gli haitiani sono come fratelli, ma non fermiamo il turismo»
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