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Molti li usano, pochi li conoscono: cosa sono i dispositivi IoT

Sono tante le persone che vi fanno ricorso quotidianamente ma non tutte conoscono il potenziale dei dispositivi IoT. Ecco cosa sapere

Molti li usano, pochi li conoscono: cosa sono i dispositivi IoT

La percezione secondo cui soltanto computer e smartphone si connettono a internet è fuorviante, tant’è che molte persone posseggono e usano dispositivi che fanno altrettanto e che inviano una discreta quantità di dati a database centralizzati o ad applicazioni apposite.

Gli oggetti connessi, i dispositivi IoT, sono molti e hanno scopi specifici sia nella vita privata delle persone, sia negli ambiti industriali.

IoT, cosa è

È acronimo di Internet of Things, ossia l’internet delle cose. Si collegano tra di loro e a internet senza necessità dell’intervento dell’uomo, con il quale interagiscono senza soluzione di continuità. Non sono computer o smartphone, eppure sono catalizzatori di informazioni che vengono raccolte ed elaborate con scopi specifici, al fine per esempio di monitorare dei parametri, di automatizzare compiti o semplicemente con lo scopo di restituire valori e statistiche.

Esempi di dispositivi IoT

Chi possiede uno smartwatch ha al polso un dispositivo IoT che monitora parametri come il battito cardiaco o l’ossigenazione del sangue, che tiene traccia dell’attività fisica e aiuta chi lo indossa a mantenere le proprie performance agonistiche o a migliorarle nel tempo. Dati che vengono raccolti per lo più per creare uno storico da consultare ma che, in alcune declinazioni, possono essere condivisi affinché una figura terza possa valutarli. I dati della frequenza cardiaca, per esempio, possono essere consultati da un medico a fronte di patologie che necessitano di essere tenuto sott’occhio da personale specializzato.

Allo stesso modo, chi usa un assistente vocale come Amazon Alexa o Google Home, possiede un dispositivo IoT il quale, oltre a essere connesso a internet, può interfacciarsi con dei dispositivi intelligenti come, per esempio, i termostati intelligenti che imparano dalle abitudini di chi li usa e sono comandabili a distanza. Anche questi termostati sono dispositivi IoT a tutti gli effetti.

Sono dispositivi IoT quei tanti sensori che vengono istallati nelle città per monitorare la qualità dell’aria, le temperature o le condizioni di una specifica infrastruttura. Le smart road sono strade nelle cui prossimità sono stati posizionati sensori che restituiscono alle automobili intelligenti le condizioni del traffico, impartiscono consigli sulle strade da imboccare o avvertono di incidenti o pericoli che si possono incontrare lungo il percorso.

I lati negativi

Tutta questa comodità ha un prezzo da pagare e, di norma, è rappresentato dai dati che i dispositivi IoT producono. Le modalità con cui si usano vengono raccolte, archiviate ed esaminate da chi li produce e, non di rado, aprono parentesi di un certo spessore in materia di rispetto della privacy.

Non sono casi né rari né eccezionali, si tratta dell’anima del commercio dei dispositivi IoT, facili da usare e quasi sempre economici.

La logica commerciale vuole che, a fronte della comodità d’uso e del servizio che rendono, chi analizza i dati possa farne uso per creare servizi nuovi al fine di monetizzare.

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