La Hendricks fa rivivere Billie Holiday

È stata Gilda, Susanna, Liù, Mimì (sia sul palco che nella Bohème cinematografica di Comencini), Pamina nel Flauto magico, guidata da direttori come von Karajan, Mehta, Stolti. Ha interpretato i Lieder di Schubert e la grande canzone di Gershwin e Cole Porter. È il soprano Barbara Hendricks che, dal 1994, quando propose al festival di Montreux un omaggio a Duke Ellington, si cimenta volentieri anche con il jazz. Si è esibita - ad esempio - col pianista Geoffrey Keezer e stasera arriva agli Arcimboldi (all’interno della benemerita rassegna «MiTo») per far rivivere l’impegnativo repertorio di Billie Holiday.
La Hendricks arriva accompagnata dal Magnus Lindren Quartet (Lindgren al sax e flauto, Mathias Algotsson al piano, Fredrik Jonsson e Jonas Holgersson alla sezione ritmica) nel recital Billie Blues. Una sfida molto attesa e difficilissima, nel riplasmare il repertorio della più grande cantante di jazz. Ché la maggiore interprete del blues fu Bessie Smith con la sua voce sguaiata, cattiva, ferinamente sensuale. La Holiday raramente ha inciso del blues, invece era dotata di un fraseggio complesso, unico, di una voce ora metallica e in seguito sensuale, bruciante, roca ma sempre a suo modo limpida, una voce definita da Arrigo Polillo «espressionista».

Il repertorio della Holiday è immenso dai primi dischi incisi nel 1935 a classici quali Strange Fruit, She’s Funny That Way, Gloomy Sunday, Am I Blue più decine di standard in cui Barbara Hendricks andrà alla ricerca di una cifra espressiva trasversale - tra classica e jazz - per conquistare il pubblico più esigente.
Barbara Hendricks
omaggio a Billie Holiday
stasera ore 21
teatro degli Arcimboldi
ingresso 20-30 euro

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