da Milano
Due matrimoni andati in porto (A2A ed Iride-Enìa), due aree a rischio di rimanere zitelle: Emilia-Romagna e Nord-Est. Emilia-Romagna vuol dire Hera, che ha preso lesclusione da Iride-Enìa con classe (un po meno il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati). Hera resta comunque attraente: ha un piano industriale che prevede una crescita del 14% annuo, un forte radicamento territoriale e una politica di sviluppo attraverso acquisizioni che finora si è dimostrata vincente: due realizzate nel 2008 e altre due in arrivo a breve termine.
Fin qui a breve, ma come ha detto lo stesso presidente, Tomaso Tommasi di Vignano, resta lobiettivo di trovare un grosso alleato. E allora sbuca di nuovo lalleanza a tre, almeno come ipotesi. Chiaro che dopo la scottatura a Bologna non ne vogliono neppure sentir parlare, ma da Ovest viene una considerazione: ci vorranno due anni, poco più, poco meno, per realizzare in concreto la fusione Iride-Enìa. Poi si potrà tornare a ridiscutere di un asse che vada da Torino allAdriatico: nel frattempo sarà cambiato il sindaco di Bologna, e non solo.
A Nord-Est la dozzina di utility che opera tra Veneto e Friuli sembra portare avanti una commedia dellarte senza fine: flirt, baruffe, riconciliazioni, giri di valzer. Con il presidente di Ascopiave, Gildo Salton, che si dà da fare per convincere le ex municipalizzate che lo circondano che è meglio sposarsi che andare a fare le «serve» in casa di qualche grosso gruppo estero.
Hera cerca ancora alleati
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