«Ho scoperto dove sbagliavo, tornerò a essere il solito Nick»

«Il Nick di sempre è vicino a voi con la speranza di non deludere nessuno, ma sarà anche un poco più cattivo per dire a tutti: ciao ragazzi ho una rossa che mi aspetta…» Tanto simpatico quanto determinato il giovanissimo pilota genovese Niccolò Canepa, classe 1988, conclude così il saluto ai fans dal suo sito. A pochi giorni dalla settima gara della MotoGp del 27 giugno ad Assen in Olanda, il pilota della Ducati Desmosedici, racconta al Giornale le tappe che l'hanno portato a competere nel campionato più importante del mondo, lo stesso che da bambino guardava in tv con il papà.
Come ti sei avvicinato al motociclismo?
«Mio padre ha sempre avuto la passione per le due ruote, correva e spesso mi portava con lui. Sono salito sulla prima moto a 3 anni e a 10 ho partecipato alla mia prima gara di minimoto. A 14 anni sono stato il più giovane esordiente al mondo a guidare una 600. Nel 2006 sono arrivato secondo al Campionato Europeo con la Ducati ma la gara senz'altro più importante è stata nel 2007, quando ho vinto il titolo mondiale 1000 Superstock».
Questo ultimo successo è quello che ti ha consentito di approdare alla MotoGP 2009?
«Non è stato così immediato. Hanno sicuramente notato che potevo essere competitivo ma mi hanno prima proposto di collaudare le moto Ducati per la MotoGp 2008 e in particolare quella di Stoner. Provando le moto nei diversi circuiti mi sono fatto notare perché facevo buoni risultati. Ho collaudato numerose Ducati, da quelle di serie che si trovano in vendita nei comuni concessionari a quella di un campione come Stoner».
La tua moto è la grande Ducati Desmosedici come ti trovi sulla sua sella?
«È una moto competitiva e veloce, infatti Stoner la guida molto bene ed ottiene ottimi risultati. Sto lavorando con il mio team per cercare di risolvere alcuni problemi legati all'assetto: per la prossima gara, insomma posso dire di essere fiducioso. Inizialmente ho incontrato qualche difficoltà anche perché non conosco le piste. La prossima sarà ad Assen su una pista che conosco già».
Come sei stato accolto dagli altri piloti?
«Benissimo, sono contento. C'è molto confronto e dialogo, non è un ambiente chiuso come pensano in molti. Tutti i piloti hanno i motorhome che sono i nostri alloggi. Sono simili a camper ma molto più grandi e sono uno di fronte all'altro: anche per questo abbiamo modo di socializzare e di conoscerci meglio».
Come ti alleni per tenerti in forma?
«Tanta palestra. Mi alleno tutti i giorni, dal lunedì al venerdì per almeno tre ore. Faccio pesi e pratico la kick boxe per migliorare la velocità e la reattività. In sala di muscolazione lavoro con poco carico per non incrementare la massa muscolare perché altrimenti avrei problemi di velocità con la moto. Insieme a Valentino Rossi sono il pilota più alto ma lui pesa cinque chili meno di me».
Cosa fate esattamente nel pre-gara?
«Dobbiamo essere sul posto tre giorni prima per le conferenze stampa e gli eventi organizzati dagli sponsor. Il giorno che precede la gara proviamo per tre ore il tracciato. Generalmente quando la competizione è terminata mi fermo ancora qualche giorno per visitare il posto. Spesso alcuni amici vengono a vedermi correre e si fermano con me a fare i turisti».
Riesci a mantenere i rapporti d'amicizia?
«Sì, quando sono a Genova vedo sempre i miei amici. Per me sono molto importanti: con loro riesco a distrarmi, parlare di tutto e non solo di moto. Sono spesso fuori casa ma appena torno mi sento circondato dalla loro amicizia e dal loro affetto. Amo profondamente la mia città, vorrei vivere qui anche in futuro».
I tuoi genitori ti seguono nelle gare?
«Mio padre quasi sempre, è un vero appassionato di moto e di corse. Mia madre invece non è mai venuta, è molto preoccupata e ansiosa quando corro e così preferisce rimanere a casa».
Su Facebook hai un Fan Club con 2000 iscritti: cosa provi?
«Felicità! È gratificante essere amati e seguiti da tutte queste persone. Appena posso inserisco su Facebook nuove foto e rispondo alle numerosissime mail. Per i miei fans c'è anche il sito del team www.pramacracing.com nel quale vengono pubblicate notizie e foto in tempo reale, oltre al mio sito personale www.niccolocanepa.com».
La notorietà ti ha cambiato?
«Sono il Niccolò di sempre. Qualcuno per strada, soprattutto a Genova, mi riconosce e mi chiede l'autografo o di farsi fotografare con me, ma mi sentirei ridicolo a darmi delle arie! I giornalisti fanno sempre tante domande e, a forza di rispondere, sono diventato più disinvolto anche nella vita privata».
Parliamo di fede calcistica?
«Genoa! Genoano da sempre e lo dichiaro al mondo anche con il mio casco dove ho disegnato il Grifone con la bandiera di Genova. Mi piace andare allo stadio e quest'anno sono stato invitato diverse volte: è stato davvero emozionante! Purtroppo non posso seguire tutte le partite ma quando sono libero non mi ferma nessuno. Mi hanno fatto sognare Milito e Motta, quest'ultimo aveva il numero 88 sulla maglia, proprio come il mio anno di nascita e il numero sulla mia moto».
Studi Ingegneria meccanica: come concili studio e sport?
«È difficile, soprattutto quest'anno. La maturità è andata bene, mi sono diplomato al liceo scientifico con ottantadue centesimi e nello stesso anno ho vinto il mondiale, è stato un anno positivo. Ora viaggio continuamente e non mi riesce di seguire le lezioni in modo continuativo. Alla laurea ci tengo e vorrei continuare a studiare anche se è faticoso conciliare università e gare».


Il percorso di studi ti aiuta in qualche modo nel tuo sport?
«Nel team si è costantemente a contatto con gli ingegneri e conoscere un linguaggio tecnico mi è servito molto soprattutto quando facevo il collaudatore. Ho ricevuto i complimenti di Preziosi, l'ingegnere della Ducati che ha sempre creduto in me».

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