Hollywood alla scoperta di Beckham per capire se è più bravo dei Beatles

da Londra

José Mourinho è convinto: «Non avrebbero potuto prendere un testimonial migliore di lui. Sarà il nuovo volto del calcio statunitense». In precedenza si era già espresso, non senza una punta di sarcasmo, anche il suo ex mentore Sir Alex Ferguson: «Quando ci ha lasciato sapevamo che il suo futuro sarebbe stato Hollywood». Che poi sta per Los Angeles, ovvero il calcio miniaturizzato a stelle e strisce.
Oggi all’Home Depot Center, davanti ad una folla di duemila invitati, David Beckham verrà presentato dal suo nuovo club, il modesto Los Angeles Galaxy. Da giorni il sito del club scandisce il count down dall’arrivo negli Usa alla presentazione, sui media cresce l'attesa per lo sbarco dell'ex galactico in Sunset Boulevard. Un interesse mediatico che non trova gran riscontri tra gli americani, comunità ispanica esclusa: anche se sono già 250mila le magliette vendute dalla società (il Real nei primi sei mesi ne vendette più di un milione).
Se il San Francisco Chronicle ironizza a tutta pagina («Ma chi è questo ragazzo?»), si è saputo che David, sbarcato tre giorni fa negli States, non ha ricevuto trattamenti di riguardo dall'ufficio immigrazione, che lo ha costretto a due ore di coda per i controlli di routine. Come un anonimo viaggiatore. D'altronde il calcio negli Usa, praticato in larga maggioranza dalle donne, resta in coda nei palinsesti televisivi. Per gli incontri di cartello le presenze sugli spalti non superano mai le 20mila unità.
La strada per Beckham appare dunque tutta in salita. Due gli obiettivi dietro il suo munifico contratto (185 milioni di euro in cinque anni): portare ai vertici il suo club e riuscire là dove persino Pelè ha fallito: rilanciare la Major League Soccer. L'attuale piano punta sull'appeal televisivo di Beckham per durare nel tempo. Il primo esame della nuova strategia sarà l'amichevole in programma il 21 luglio a Los Angeles contro il Chelsea.
Il canale Espn non ha lesinato mezzi per garantire la migliore copertura a quella che più di una partita di calcio si annuncia come «la passerella d'onore» dell'inglese: 19 telecamere attorno al campo, due sopra le porte, una dedicata interamente allo Spice-boy.
In questi ultimissimi giorni anche la stampa locale è in fibrillazione. Mentre in tv impazzano le pubblicità dell'Adidas (sponsor personale di Beckham, e di tutte le 13 squadre del campionato) e un promo che paragona il suo arrivo a quello dei Beatles, Sports Illustrated gli dedica la copertina, e il Los Angeles Times addirittura un lungo reportage a puntate: da Leytonstone a Hollywood. Nella città degli Angeli la famiglia Beckham vivrà in una splendida dimora (valore 18 milioni di euro) a Beverly Hills, vicini di casa degli amici Tom Cruise e Katie Holm. È stata la moglie Victoria ad arredarla, scegliendo di persona quello «stile marocchino» già della villa di Madrid.

Come puntualmente filmato nel documentario («Victoria Beckham: Coming to America») in onda la settimana prossima: un reality show nel quale la Posh-girl racconta il trasferimento oltre Oceano. Qualsiasi cosa pur di far sapere che David è arrivato.

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