«Gli hotel sono mezzi vuoti No alla tassa di soggiorno»

La «bassa stagione» si allunga. Gli alberghi fanno i conti con la crisi che sarà mondiale, ma significa (anche) meno stranieri con la febbre dello shopping nel Quadrilatero o visite mordi e fuggi al Cenacolo e nei musei. Quest’estate è andata peggio del solito, gli arabi hanno disertato e gli hotel hanno dovuto «tirare giù drasticamente i prezzi, lanciare sconti e promozioni», parola di Federalberghi. Il turismo in città è più debole nel ponte di Pasqua, tra luglio e agosto, da fine novembre a metà gennaio. I conti sul tasso di occupazione delle camere elaborati dall’Associazione albergatori di Confcommercio Milano danno un quadro della situazione: negli hotel da 3 stelle in su, quelli per cui il Comune vuole introdurre la tassa di soggiorno e incassare dai turisti 10-20 milioni di euro l’anno, tra gennaio e il 30 settembre in media il 40,1% delle stanze sono rimaste vuote. Per i 12 superalberghi (da 5 stelle in su) la media di occupazione è stata del 52,6%, per i 3 stelle del 61,1%.

E il vicepresidente di Federalberghi Lombardia avverte la giunta: «Per mantenere quel livello gli hotel stanno applicando sconti e promozioni pesanti». La tassa? «Avrebbe ricadute anche negozi, ristoranti. Il Comune renda Milano più attrattiva».

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