Allorigine di certi tipi di storie, soprattutto quelle molte violente, cè labuso di alcool. E anche domenica pomeriggio, quando i carabinieri della compagnia di Rho sono intervenuti nella frazione di Mazzo, nellappartamento di un operaio ecuadoregno, hanno dovuto fare i conti con una situazione tristissima minata dalla tendenza del soggetto in questione ad alzare troppo il gomito. «Conoscevamo la vicenda - spiegano i militari - ma non cera mai stata una denuncia formale che potesse inchiodare quel tipo. Stavolta, davanti allevidenza, abbiamo bypassato leventuale querela e proceduto dufficio. Il pm di turno, Giancarla Serafini, ha appoggiato in pieno la nostra scelta».
Non si poteva che agire in questo modo dinnanzi a una donna piena di lividi, sanguinante e in lacrime come quella che si sono trovati davanti i carabinieri. Anche lei equadoregna, anche lei operaia, di due anni più giovane del marito alcolizzato, la poveretta è stata «salvata» dai figli maschi, due ragazzini di 9 e 12 anni. Che quando, intorno alle 13.30, hanno visto il padre, completamente ubriaco e al termine dellennesima lite banale, gettarsi sulla donna, colpirla con calci e pugni sbattendole la testa contro il muro della cucina, si sono gettati sulla loro mamma per farle da scudo, per proteggerla. E poi hanno iniziato a urlare come degli ossessi per attirare lattenzione dei vicini affinché lanciassero lallarme. Così è stato: i carabinieri sono arrivati subito sul posto. E mentre la donna veniva portata allospedale locale dove le hanno riscontrato un trauma cranico e delle lesioni che guariranno in un mese, lecuadoregno, che davanti a quella situazione non poteva negare laccaduto, è finito in manette con laccusa di maltrattamenti in famiglia. Ora si trova a San Vittore.
«Purtroppo la moglie, spaventatissima dalle frequenti intemperanze del coniuge, non aveva mai trovato il coraggio di venire a denunciarlo in caserma, temeva della ritorsioni da parte sua. Adesso potrà stare più tranquilla, insieme ai suoi figli» concludono i militari.
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