Fra i banchi 980mila alunni, il 15% sono stranieri

La prima campanella suonerà lunedì 13 in tutte le scuole lombarde. E il direttore scolastico regionale, Giuseppe Colosio ha assicurato che non si tratterà di una falsa partenza: «Le province hanno concluso le nomine del personale il 31 agosto e Milano le ultimerà entro sabato - ha detto il provveditore - Il 13 sarà tutto pronto, eccezion fatta per alcune situazioni particolari come malattie e maternità, alle quali penseranno le scuole». Gli insegnanti precari che potrebbero non lavorare nell’anno scolastico 2010-2011 sono «non più di qualche centinaio», ha rivelato Colosio. In totale le assunzioni a tempo indeterminato tra personale docente e non docente sono state 2.750 (1.542 i docenti, 1.207 il personale Ata) mentre 23.036 sono state le nomine a tempo determinato. In totale, la scuola lombarda statale, dalle elementari alle superiori, potrà contare su 91.725 insegnanti assunti a tempo indeterminato. Per quanto riguarda, invece, le nomine per il nuovo anno a tempo determinato, le supplenze conferite nell’intera regione sono state 13.512 e 9.524 le nomine del personale non docente. Concluse le nomine da parte degli uffici provinciali, la palla passa ora alle scuole. «Le cattedre ancora vuote - ha detto Colosio - dovranno essere colmate dalle iniziative dei vari istituti». Saranno invece 981mila gli studenti di tutta la Regione, tra scuola primarie e secondarie di primo e secondo grado. A questi, si aggiungono i 118mila bambini delle scuole dell’infanzia, per un totale di 1 milione e 133mila studenti lombardi, ai quali si sommano altri 255mila iscritti alle scuole non statali. Una popolazione, quella studentesca, in crescita, nella quale circa il 15 per cento è formato da ragazzi stranieri. Quest’anno infatti gli alunni stranieri sono 131mila, l’anno scorso erano 118mila.
«L’aumento degli alunni, pari al 2 per cento è un dato oggettivo, anche abbastanza consistente per la Regione Lombardia» ha aggiunto Colosio. «Abbiamo cercato di riequilibrare la distribuzione delle risorse sul territorio.

Da un sistema dipendente dalle province, siamo passati ora a un sistema a livello regionale». Tra gli obiettivi del nuovo anno l’avvio concreto della riforma Gelmini, la cooperazione con il mondo dell’università e dell’impresa, informatizzazione, internazionalizzazione e sviluppo della meritocrazia.

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