Tutto esaurito, ma a caro prezzo. Le tensioni sul debito sovrano continuano a riflettersi sulle emissioni del Tesoro, che ieri ha collocato 9 miliardi di Bot a sei mesi, a fronte di una richiesta di 14,5 miliardi, con rendimenti che hanno però sfiorato il 3% (2,957%) rispetto al meno oneroso 2,1% dellasta precedente.
A una prima analisi, lunico elemento positivo è lintera sottoscrizione del collocamento. Con gli attuali chiari di luna, non sempre gli emittenti riescono a fare il pieno se non pagando tassi dinteresse dolorosi per le casse pubbliche. Gli operatori puntano tuttavia il dito sulla scarsa eterogeneità degli investitori. Limpressione è che si tratti per lo più di banche italiane, peraltro con i caveau già gonfi di Btp e Bot, e per questo motivo rese più vulnerabili. «Sul mercato - aggiunge un trader - ci si inizia a chiedere quanto sia profondo il portafoglio delle nostre banche e quanto sia ormai sbilanciata la sua composizione verso i titoli del debito italiano».
Di negativo cè sicuramente laumento dei rendimenti, ormai arrivati a livelli prossimi a quelli della fine del 2011, quando la crisi ha assunto i toni più drammatici. «Certo - spiega un operatore - mancano ancora le reazioni scomposte che avevamo visto nelle aste di novembre, quando il tasso dei semestrali toccò il 6,5%, ma la dinamica delle ultime settimane non rassicura gli investitori sulla sostenibilità del debito italiano».
I Bot fanno il tutto esaurito, ma a caro prezzo
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