I burocrati si mangiano gli aiuti contro la fame

Solo il 29% dei fondi è impiegato nell’alimentazione e nell’agricoltura. Il grosso sono i costi di gestione . Unicef, per ogni 10 euro donati meno di 6 vanno ai bimbi poveri. Linda Polman: "Gli aiuti sono un business ma solo per le Ong"

I burocrati si mangiano gli aiuti contro la fame

Nelle casse della Fao, Food and agriculture organization, confluiscono ogni anno 930 milioni di dollari versati dai 191 Stati. La spesa di base per la fame nel mondo sfiora il miliardo solo per questa organizzazione, non l'unica all'interno dell'Onu incaricata di occuparsi dell'emergenza nutrizione. Ma da 64 anni, ossia dalla prima conferenza del Quebec, la Fao ha come obbiettivo primario lo sviluppo nel mondo dell'alimentazione attraverso l'agricoltura. Esiste per questo scopo. Il simbolo è una spiga di grano. Eppure di quei 929 milioni 800mila dollari di contributi nel biennio 2008-2009 (a cui vanno aggiunti oltre 800 milioni di donazioni volontarie) solo il 29%, e quindi meno di un terzo, viene impiegato strettamente nell'alimentazione e nell'agricoltura.
A questa quota si può aggiungere un altro 25% di risorse destinate alla «decentralizzazione e svolgimento del programma delle Nazioni Unite», anche se sotto questo capitolo compaiono molte voci tecniche. Il risultato è comunque che, tra programmi alimentari e mandati del'Onu, per la fame si spende poco più della metà delle risorse. Il resto se ne va in burocrazia: direzione generale, gestione degli uffici, comunicazione, protocollo e altri capitoli che rientrano genericamente sotto «amministrazione» e «interscambio di conoscenze».
Queste cifre compaiono negli schemi illustrativi del bilancio di previsione della Fao per il biennio in corso: all'alimentazione e all'agricoltura sono destinati 248 milioni di dollari, di cui però 21 milioni sono spesi nella «amministrazione del programma». Ma il bilancio contiene già la voce «gestione e supervisione», dunque la parte amministrativa del budget Fao: per questo settore il conto economico indica una spesa nel biennio di 126 milioni di dollari.
Quei 21 milioni per il «controllo» del programma fanno riflettere anche se messi a paragone con la voce «nutrizione e protezione del consumatore», una delle più importanti del bilancio: qui sono destinati 25 milioni 453mila dollari, la stessa cifra che si impiega per gestirla. I «sistemi tecnologici di informazione» costano molto di più (36 milioni di dollari).
Negli ultimi anni c'è stato un tentativo di tagliare alcune spese. L'attuale direttore generale, Jacques Diouf, ha chiesto agli Stati membri di collaborare a eliminare definitivamente la fame nel mondo entro il 2025. Ha invitato tutti a lavorare alla dichiarazione per il vertice mondiale dei capi di Stato e di governo sulla sicurezza alimentare, che si terrà dal 16 al 18 novembre 2009 a Roma.
L'agenzia Onu vanta tra l'altro 110 milioni di dollari di credito nei confronti di alcuni Paesi che hanno quote di pagamento in arretrato. Se li ottenesse in un colpo solo, colmerebbe gli oltre 80 milioni di deficit accumulati negli ultimi dieci anni. Ma al di là delle oscillazioni di contributi e delle quote non pagate, il bilancio della Fao sembra mantenere quella struttura sbilanciata verso la burocrazia che ancora non si riesce a migliorare.
Nel dettaglio: l'agenzia dell'Onu spende per il suo «sistema di governo» 21 milioni di dollari, di cui oltre 10 per la direzione generale. La sola «coordinazione dei servizi decentralizzati» si porta via 23 milioni di dollari (ricordiamo che per il programma di nutrizione se ne spendono 25).
Il preventivo 2008-2009 mostra un'altra voce importante in linea con lo scopo dell'agenzia: la «sicurezza alimentare, riduzione della povertà e programmi di cooperazione per lo sviluppo», con uno stanziamento di 70 milioni per il biennio. Ma questa spesa corrisponde a meno un terzo di quanto si impiega per lo «scambio di conoscenze, politiche e promozione» (220 milioni di dollari).
Le statistiche sull'agricoltura costano quasi 13 milioni di dollari. E anche il capitolo dedicato all'incontro culturale ha i suoi ulteriori oneri amministrativi: oltre 21 milioni di dollari per la gestione.
La comunicazione della Fao (19 milioni) costa poi più dei mezzi e delle infrastrutture agricole (17 milioni).

Rispetto al biennio 2006-2007 sono scomparsi dal bilancio i due consiglieri speciali del direttore generale, ma sono ancora in piedi uffici di vicedirettori, come quello che presiede il dipartimento dedicato allo scambio di conoscenze e alla comunicazione, che costano da soli 12 milioni.
Tra gli uffici decentrati, la sede più costosa è quella per l'Asia di Bangkok: 18 milioni 891mila dollari a bilancio.

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