Cronaca locale

I cani sporcano, multarli col Dna è un’idea folle

Il caldo estivo può giocare brutti scherzi ai consiglieri comunali, e anche ai giornalisti che prendono sul serio le loro proposte. L'ultima trovata, pubblicizzata ieri dal «Corriere», è del verde Enrico Fedrighini: per porre rimedio al problema - serissimo - degli escrementi dei cani e della difficoltà a multare i padroni che non li raccolgono (70 contravvenzioni in un anno!), suggerisce la seguente procedura: 1) prendere e depositare presso l'anagrafe canina il Dna di tutti i quattrozampe della città; 2) raccogliere - una per una, chiudendole in sacchetti sterili - le cacche che infestano marciapiedi e giardinetti; 3) rilevarne il Dna per risalire, mediante confronto con quelli depositati, ai cani «colpevoli» e ai loro padroni; 4) infliggere una multa salata, maggiorata delle spese sostenute per le analisi, ai maleducati che non usano paletta e sacchettino. Ora, nessuno nega che - specie nelle periferie - la quantità di escrementi non raccolti sia uno scandalo, che i cittadini hanno mille ragioni di lamentarsi e che la necessità di cogliere i proprietari di cani in flagrante renda le attuali sanzioni quasi inutili. Ma qui siamo a un classico caso di «peso el tacon del buso». Ognuno dei quattro passaggi previsti presenta infatti ostacoli pressoché insormontabili. È virtualmente impossibile costringere, anche con la minaccia di pesanti contravvenzioni, tutti i proprietari di cani a registrare il Dna dei loro animali. È impensabile che l'Amsa trovi i mezzi e il personale per una raccolta degli escrementi «individuale». È da folli pensare che il Comune, con gli attuali chiari di luna, investa milioni per procurarsi le apparecchiature scientifiche necessarie a risalire dalle feci al cane. È, infine, ingenuo pensare che i proprietari colpevoli, ricorrendo ai giudici di pace, non riescano a farsi scagionare, lasciando il Comune con i danni e le beffe. Fedrighini sostiene che, nelle due o tre città straniere che lo avrebbero sperimentato, il sistema funziona (se non altro) da deterrente.

Può essere: ma sarebbe un deterrente talmente costoso, che è meglio dimenticarselo subito.

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