I capolavori di Brera in trasferta all'ospedale per allietare i pazienti

Si comincia con la "Madonna del velo" attribuita al Sassoferrato. Iniziativa voluta dalla Fondazione

I capolavori di Brera in trasferta all'ospedale per allietare i pazienti
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Le opere d'arte - originali - entrano in ospedale. È stato inaugurato ieri nel blocco sud dell'Ospedale Niguarda il primo appuntamento di «L'arte che cura», progetto esito di un accordo tra La Fondazione Ospedale Niguarda e la Pinacoteca di Brera. Da oggi sarà possibile, per i pazienti e il personale sanitario, ammirare La Madonna del velo, proveniente dalla collezione della Pinacoteca e conservata alla Quadreria Arcivescovile, copia di un quadro di Raffaello realizzata tra il 1511 e il 1512 per la Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, e attribuita a Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato.

Il progetto mira a portare opere d'arte in luoghi di sofferenza, con l'obiettivo di dare sollievo e conforto ai malati per sostenerli nel loro percorso di cura. L'iniziativa vuole essere anche un segno tangibile di vicinanza, attraverso la bellezza, anche per la comunità sanitaria.

Saranno esposte a rotazione altre opere originali provenienti dalla collezione Braidense, per sostenere il rapporto fra arte-terapia-cura e la comunità sanitaria. In questa luce l'arte-terapia, già da tempo inserita nei percorsi dell'Ospedale Niguarda, è ritenuta dagli studi di settore un fondamentale supporto alla sofferenza, alla guarigione e un fattore positivo, sia per i pazienti e sia per chi si occupa quotidianamente di accudirli.

«Nel 1940, pochi mesi dopo la sua inaugurazione, Niguarda era già noto come La città dell'Arte - spiega Alberto Zoli, presidente della Fondazione Ospedale Niguarda e dg dell'Asst - perché accanto ai servizi di assistenza e cura era anche un luogo di cultura, capace di esporre una collezione di opere d'arte di rilievo».

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