I cinesi stanno clonando Venezia e Barcellona

Sette città europee saranno ricostruite all’estrema periferia di Shanghai. La finta Laguna dovrebbe ospitare centomila persone. L'arcipelago turistico e residenziale dovrebbe attrarre la nuova classe dei super ricchi. Copiati anche cattedrali, monumenti, locali e ristoranti

I cinesi stanno clonando Venezia e Barcellona

Milano - Basta scegliere. I cinesi guardano i modellini e gli architetti che sorridono: «Dove vuoi andare ad abitare? Venezia, Barcellona, Bristol, Weimar. Qui c’è tutto». Qui, in questa terra troppo grande, il mondo è diventato piccolo. Le più belle città europee sono finite qui, in scala quasi naturale. Sembra un film di fantascienza, ma è tutto vero. La Cina sta copiando anche le città. È l’ultima frontiera del plagio: profumi, auto e adesso anche strade, palazzi, chiese, meraviglie. Il quotidiano Tagesspiegel racconta che architetti e urbanisti cinesi stanno costruendo nei dintorni di Shanghai sette riproduzioni di altrettante località europee. Tra i modelli scelti per le città-copia, che ospiteranno circa 500mila persone, rientrano appunto anche Venezia e Barcellona.
La Cina sta arrivando alla modernità occidentale con un copia e incolla. In questo caso il mondo al di là della Grande Muraglia viene inglobato sotto forma di architetture e modelli di vita. Qualcosa a metà tra le città invisibili di Calvino e Disneyland. L'idea sembra godere di un certo successo tra i nuovi ricchi cinesi, a giudicare dal primo esperimento già portato a termine: la trasformazione di un ex campo di verdure a un’ora da Shanghai in «Thames Town» o, meglio, Taiwushi Xiaozhen, perfetta città inglese con tanto di case in mattoni rossi, uniformi scolastiche in stile britannico e chiesa alta 66 metri (una riproduzione della cattedrale di Bristol). «La maggior parte delle nostre ville sono già state vendute», spiega Li Mingli dell’azienda di costruzioni che ha creato Thames Town, inaugurata lo scorso ottobre e destinata ad essere abitata da circa 10mila persone, provenienti dal nuovo ceto alto cinese.
Costo dell’operazione, che ha richiesto cinque anni ed è stata affidata a uno studio di architettura britannico: cinque miliardi di yuan (quasi 500 milioni di euro). Negli intenti dei costruttori, la città dovrebbe trasformarsi inoltre in un'attrattiva per i turisti in arrivo da Shanghai.
Le polemiche non sembrano comunque mancare, come dimostra il caso di Gail Caddy, una ristoratrice britannica che ha scoperto che il suo «Cobb Gate Fish Bar» ha a Thames Town un «gemello» quasi uguale, se non fosse che «Cobb», strada facendo, è diventato «Cob». Per il resto, stesse finestre, stesso ingresso, stessa facciata.
Le altre città sono in costruzione, come la nuova Anting, la città tedesca, disegnata da Albert Speer, figlio dell’omonimo architetto nazista, e già sede di un enorme stabilimento Volkswagen.
Per ora si tratta solo di un piccolo centro per 20mila persone ancora vuoto, con tanto di raccolta differenziata e fontana dedicata a Goethe. I circa 2mila appartamenti sul modello di quelli di Weimar, invece, sono già stati quasi tutti venduti.


Quanto alla «nuova Venezia», sorgerà a Pujiang, a Sud di Shanghai, e verrà costruita da uno studio italiano, la Gregotti Associati International, che cercherà di ripensare il modello originale per adattarlo alle tradizioni cinesi.
Lungo i canali andranno a vivere circa 100mila persone.

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