I COLORI DELL’INDIA Nei grandi film di Bollywood

I temi: la donna, l’infanzia, gli «slums» di Bombay

Gli elefanti che fermarono Alessandro Magno, il paradiso esotico dell'Inghilterra coloniale, l'infatuazione fatta di melodie al sitar dei Beatles, il flirt superficiale degli adepti new age, la casa dove trovare la pace per le scelte più dure, come ad esempio avvenne per il giornalista Tiziano Terzani nell'ultimo scorcio della sua vita. L'India, da sempre, è un sogno e un mito che coinvolge e delimita l'Occidente. Oggi, nell'era della globalizzazione, diventa più facile accedere all'esotico, più difficile intenderne i veri codici e i veri segreti. Ecco perché uno scambio culturale ed economico come vuole essere quella tra la Regione Lombardia e l'India - anche attraverso una rassegna cinematografica (e non solo), come I colori dell'India - è da qualche tempo una delle priorità strategiche del governo regionale retto da Roberto Formigoni. Il cartellone che da sabato allo Spazio Oberdan porterà sulla piazza milanese 27 opere selezionate di cinema d'autore indiano (16 delle quali assolutamente inedite in Italia) viene da lontano, come spiega lo stesso Formigoni: «Nello scorso autunno - ha ricordato il presidente della Regione - il ministro dell'Industria e del Commercio indiano Kamal Nath venne a Milano, noi ricambiammo in gennaio. Con l'India intendiamo consolidare una partnership nel settore del cinema e dello spettacolo, alla quale non sarà estranea la riqualificazione del complesso ex Manifattura Tabacchi nel nord della città». Milano farà parecchio cinema e - con una rassegna come «I colori dell'India», che in città porterà registi e addetti ai lavori indiani - si spera di interessare questi ospiti alle location lombarde. Bollywood, dunque, potrebbe guardare, come auspica Formigoni, «a Bergamo alta, a Varese, a Milano come possibili set per i suoi film». La rassegna è curata dalla Fondazione Cineteca Italiana e si deve al particolare interesse del curatore artistico Matteo Pavesi e al segretario generale della fondazione Luisa Comencini. Le opere proposte appartengono tutte al periodo che va dagli anni '80 agli anni Duemila, non sono mai state distribuite in Italia e - pur comprendendo qualche commedia - hanno uno spessore maggiore rispetto al filone popolare di Bollywood: tra le tematiche affrontate, il ruolo della donna, la condizione negli slums di Bombay, i problemi dell'infanzia. Sabato (ore 17), le proiezioni prenderanno il via con Miss Beatty's Children (1992) di Pamela Rooks, cui seguirà l'atteso Saira (ore 21.30), storia di musica e terrorismo, di Dr. Biju: il regista indiano, proveniente dal Festival di Cannes, sarà presente in sala.

Da segnalare l'incontro del 31 maggio (ore 20.30) con Angela Staude, moglie di Tiziano Terzani (con proiezione di un documentario dedicato al giornalista), e il concerto, il 9 giugno (ore 20), del gruppo di musica e danza Raga-Natya-Tala.

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