I colori della tradizione per un gioioso mosaico di emozioni

La perfezione azzurra di Sidi-Bou-Said, le ceramiche policrome di Nabeul fino ai dorati reperti archeologici di Cartagine

Dora Ravanelli

I suoi colori si fissano negli occhi e vi restano per sempre. Sidi-Bou-Said è il turchese del mare che domina dalla collina su cui si erge e l'azzurro delle grate alle finestre, dei balconi in legno, dei portoni, borchiati o no; è il giallo di certi ingressi e il bianco degli edifici; è il rosa e il vermiglio delle bouganville abbarbicate alle facciate e il viola dei fichi d'India col verde delle piante grasse. Gatti ovunque. Costruita dagli arabi, poi sede di un monastero, divenne terra di predicazione del sufismo da parte di un uomo in «odore di santità» (Sidi, appunto). Nell'800 il barone D'Arlangé e la sua sposa italiana se ne innamorarono e la fecero conoscere al mondo. Bella in ogni stagione, a solo 20 km a nord di Tunisi, può essere la base da cui partire per irraggiarsi alla scoperta di piccole, preziose realtà del nord-est del Paese.

Si soggiorna in una delle 13 camere e suite dell'hotel di charme La Villa Bleue (www.lavillableuesidibousaid.com, da 200 euro la doppia con colazione), edificio degli anni Venti ristrutturato dall'arch. Tarak Ben Miled con elementi architettonici della medina di Tunisi; interior design, Edoardo Palermo, che ha voluto il soffitto di stucco arabescato come da tradizione, arredi e complementi antichi e nuovi, decorazioni personalizzate in ogni stanzaun hotel-museo che da qualsiasi lato e ambiente guarda il mare, illuminato dalla luce naturale di giorno, da candele nelle parti comuni (spa, piscine sul mare, ristorante gastronomico) di notte. Raffinatissimo, è un privilegiato approccio alla cucina locale: couscous (semola lavorata a mano: ore di lavoro) con cernia o agnello o anatra; samsa, triangoli di pasta fritti farciti con mandorle, pistacchio e miele; bric, fagottini di pasta leggerissima irrorata di limone e ripiena di uovo e tonno. Il famoso Café des Nattes, nel villaggio, tra stuoie e chicha (il narghilé da aspirare contenente acqua aromatizzata), vive della sua fama.

Cartagine - il più superbo esempio di ciò che resta della potenza punica e di quella successiva di Roma - va visitata «da cima a fondo». Dove la cima è occupata dal Museo nazionale sulla collina di Byrsa (le testine puniche barbate in pasta vitrea sono uniche) e il fondo dal Parco archeologico delle terme di Antonino a sfioro sul mare: il teatro, le ville romane, un mosaico policromo. Di una rotondità perfetta il porto punico; raro il cimitero, anch'esso punico, con steli incise.

Da Nabeul si passa per acquistare le ceramiche che la rendono famosa: blu quelle locali, azzurre quelle di Sidi-Bou-Said, ocra quelle ispirate al sud desertico. E' un caleidoscopio di colori su piatti, tazze, coppe, vasi. Le migliori, da Hatem Bel Ghith su av. Hedi Nouira, e all'85 av. Thammeur, dove si assiste al ciclo completo di produzione.

Hammamet è sinonimo di una medina con mura del XV sec., una kasba dell'XI, un fortino del XII (bella la vista dal camminamento), un porticciolo. Nella medina, case con cortili segreti tra fiori e piante succulente e una miriade di botteghe. Raffinata la Galleria Zarrouk, stuoie in juta dipinte. Createvi un «itinerario delle Meraviglie» inseguendo pesci coloratissimi disegnati sui muri delle candide dar (le case), portali a 2 ante con battenti sagomati a mano di Fatima, elementi sporgenti in ferro che creano decori tradizionali. Al tramonto, panorama folgorante seduti, fumando chicha, al Café Sidi Bouhdid. Fuori le mura, carretti con datteri dolci e compatti.

Un balzo a nord-ovest, quasi una zampata fuori dal perimetro geografico che ruota attorno a Sidi-Bou-Said, ma che vale le quasi 2 ore di strada. La meta: Dougga, la più vasta e meglio conservata città romana in Africa. Si raggiunge lungo un percorso in salita passando tra villaggi rurali. Sullo sfondo, colline tinte di rosso. Annessa da Cesare alla provincia d'Africa nel 46 a.C., fu snodo commerciale abitato da famiglie importanti, che l'arricchirono di templi, terme, case signorili, cisterne, edifici pubblici e un teatro con una cavea di 15 mt. Tutto splendidamente conservato.

E' la testimonianza antica, ma viva, di un filo, storico e culturale mai tranciato tra due Paesi.

Informazioni: Ente turismo Tunisia: www.tunisiaturismo.it; voli plurisettimanali Tunisair da Mi e Roma da 175 euro A/R, www.tunisair.com.

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