Sette negozianti su dieci si «aspettano un reato a danno della propria impresa entro i prossimi dodici mesi» e per quattro su dieci Milano non è una città sicura. Anzi è decisamente «pericolosa e troppo violenta», tanto che addirittura in otto su dieci approvano il corteo contro la criminalità organizzato per lunedì dopo lappello del sindaco Letizia Moratti. Che annuncia una partecipazione senza fascia tricolore, «da semplice cittadino». A meno che la presenza del gonfalone del Comune non la costringa, per ragioni di protocollo, a cambiare idea.
A rivelare che il 38 per cento degli esercenti ha paura di stare sul posto di lavoro, una ricerca realizzata in collaborazione con Publica ReS da Confesercenti che, dopo aver letto i risultati, chiede più polizia, pene più severe e maggior controllo del territorio. Oltre a confermare la propria presenza alla fiaccolata. Richieste raccolte da Riccardo De Corato, presente ieri alla presentazione dello studio demoscopico. «Dopo lincontro al Viminale - spiega il vicesindaco - ci aspettiamo una riforma normativa che preveda un inasprimento delle pene per i reati di truffa contro gli anziani, per quelli contro il patrimonio pubblico e privato e per le violenze sessuali. Con la possibilità che i Comuni si costituiscano parte civile». Il sondaggio, che ha coinvolto 800 milanesi e 500 titolari di imprese commerciali, individua nella Stazione Centrale il luogo più insicuro, ancor più delle periferie. A seguire parchi, giardini e poi le metropolitane. Le maggiori insidie provengono dagli extracomunitari (per il 23 per cento dei commercianti e il 19 dei cittadini), dai delinquenti (per il 14 per cento dei negozianti e per il 25 dei residenti), dai nomadi (16 per cento per entrambi) e dagli spacciatori (anche qui un identico 15 per cento). Lo studio mette in luce una forbice nella percezione dellinsicurezza, con i commercianti più preoccupati dei residenti. Il 32 per cento dei milanesi considera la propria città pericolosa, contro il 38 per cento dei titolari di un negozio. E non a caso l80 per cento dei commercianti è favorevole alla manifestazione, mentre i cittadini daccordo arrivano al 57. «È normale questa divaricazione - osserva il presidente milanese della Confesercenti, Mauro Toffetti - i commercianti vivono quotidianamente la strada e, discutendo con i clienti, colgono prima e meglio di altri le preoccupazioni dei cittadini. La sicurezza è diventata un bisogno primario per questa città e la manifestazione del sindaco Moratti intercetta questa istanza. Le nostre bandiere lunedì saranno al suo fianco».
Vicine a quelle dellUnione degli artigiani che annuncia di sfilare «per rafforzare la sicurezza con il potenziamento delle forze di controllo sul territorio e sostenere lesistenza delle botteghe e laboratori artigiani, una tradizione che può evitare labbandono delle aree allillegalità». A far le cifre Marco Accornero. «Negli ultimi 35 anni Milano ha perso mezzo milione di abitanti e migliaia di attività artigiane - spiega il segretario generale -. E sono più di 10mila le botteghe che hanno fatto fagotto. Abbiamo aderito da subito alliniziativa del sindaco perché anche le nostre categorie sono fortemente esposte al crimine. Se Milano rinuncia alla presenza attiva di uno dei suoi fondamenti produttivi, civili e sociali, la riconquista della sicurezza diventa difficile».
I pompieri, intanto, in una lettera al sindaco prendono le distanze dal corteo. «I vigili del fuoco non saranno con lei a manifestare il 26 marzo - spiega in una nota Renato Motta della Fp-Cgil -, ma scenderanno in piazza presto per rivendicare lassunzione a tempo indeterminato dei precari, per il contratto scaduto da 15 mesi e contro i tagli dei fondi da parte del ministero dellInterno». Pronta la replica di Palazzo Marino. «Il Comune - spiega De Corato - non ha dimenticato i vigili del fuoco.
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