I detenuti al lavoro: patto con le imprese per il collocamento

Incrociare la domanda di lavoro dei detenuti milanesi e le necessità delle piccole e medie imprese. Questo il senso dell’accordo siglato ieri tra Luigi Pagano provveditore agli istituti di pena della Lombardia e il presidente di Confimea, Confederazione Italiana dell’Impresa, Roberto Nardella. Tra gli obiettivi favorire l’incontro tra le competenze professionali del detenuto e le proposte avanzate dalle 450mila aziende confederate, per 4 milioni 300mila addetti impegnati nei vari settori produttivi, realizzando concrete occasioni di impiego sia negli istituti penitenziari che in ambiente libero, nella ferma convinzione che il lavoro sia uno degli elementi fondamentali per favorire l’inclusione sociale delle persone ristrette e, di conseguenza, ridurre il rischio di una loro recidiva.
Per agevolare proprio la ricerca del lavoro dei detenuti nel 2009 l’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia ha istituito «ArticoloVentisette» agenzia regionale per la Promozione del Lavoro Penitenziario che ha già portato all’inserimento di ben 53 detenuti, in regime di lavoro esterno, e gettato le basi per futuri progetti, compresa la partecipazione all’Expo 2015. «Vorremmo trasformare il principio enunciato nell’articolo 27 della Costituzione in una solida e fattiva realtà - l’auspicio del presidente di Confimea, Roberto Nardella - perché proprio la riduzione sensibile delle percentuali di recidiva, che si traduce in maggior sicurezza per la convivenza sociale e, particolare non trascurabile, in un risparmio per la collettività di decine di milioni di euro l’anno, è una delle motivazioni che muove il progetto e anima di entusiasmo la nostra Confederazione. Ci auguriamo che l’attenzione ed il disponibile impegno dell’amministrazione Penitenziaria Lombarda si estenda anche ad altre Regioni d’Italia».
«Da tempo - spiega Luigi Pagano - perseguiamo queste iniziative di lavoro. Oltre ai detenuti che lavorano all’esterno, ci sono quelli in misure alternative, che in Lombardia registrano la percentuale più alta».

In genere fanno lavori dequalificati, ma firmando nuovi accordi, spiega Pagano, «si spera che ci siano più lavori di qualità e che ci sia la possibilità di coltivare talenti». Nell’area milanese, al momento, i detenuti sono 1.700 a San Vittore, 1.200 a Opera e 1.100 a Bollate.

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