Qual è davvero il clima per i dipendenti nei supermercati Esselunga? Ieri a sollevare linterrogativo è lo sciopero con presidio organizzato dai sindacati davanti al supermercato di viale Papiniano per protesta contro lepisodio avvenuto allinterno del punto vendita: dove una cassiera si è prima vista rifiutare la pausa-pipì, con conseguenze imbarazzanti e sviluppando poi una cistite; e, dopo avere denunciato laccaduto attraverso i sindacati, è stata aggredita negli spogliatoi del supermercato da uno sconosciuto che le ha infilato la testa nel water e lha percossa causandole dieci giorni di prognosi.
Alla manifestazione hanno partecipato circa duecento tra dipendenti Esselunga e militanti sindacali. Ma lo sciopero non ha raccolto adesioni elevate, tanto che sono rimasti regolarmente aperti sia il supermarket di Papiniano sia gli altri punti vendita della catena controllata dallimprenditore Bernardo Caprotti. Anzi, in alcuni Esselunga i dipendenti si dichiaravano alloscuro delliniziativa.
«Qui non sapevamo neanche che ci fosse sciopero - dice una cassiera di viale Umbria - daltronde io sono qui da nove anni e sto bene. Quando ho letto cosera successo alla collega di viale Papiniano sono rimasta incredula, ho pensato cosè, il telefilm Csi?». E una dellEsselunga di via Ripamonti: «I problemi ci sono come in tutte le aziende: lo stipendio è quel che è, se fai un part time di 24 ore non vai sopra i sette o ottocento euro, anche se sei costretto a lavorare anche di domenica. Ma non parlerei di clima di terrore».
Anche in viale Papiniano, nel supermercato al centro della protesta, difficile trovare dipendenti disposti ad esporsi: «Io lavoro al reparto frutta, di quel che accade alle cassiere so poco, e poi sono un neoassunto» dice uno. Ma è vero che il clima sindacale è pesante? «Non mi faccia domande a cui non posso rispondere», dice una lavoratrice.
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