I disoccupati crescono, i delitti diminuiscono

Il «Wall Street Journal», il 5 gennaio, ha pubblicato i recenti dati sulla criminalità negli Stati Uniti, in netto calo a dispetto delle previsioni dei sociologi che la volevano in aumento causa crisi economica (dati ripresi da Alberto Brambilla, in un bell’articolo sul «Riformista»). L’ennesima riprova che la correlazione povertà uguale delinquenza, in apparenza scontata, è una invenzione di certa sociologia «pauperista», in questi anni applicata con leggerezza anche al fenomeno del terrorismo islamico. Nei primi sei mesi del 2009, negli Stati Uniti, gli omicidi sono scesi del 10 per cento, i crimini violenti del 4,4, i delitti contro la proprietà del 6,1.

Nella contea di Los Angeles, a fronte di una disoccupazione del 12,3 per cento, c’è stato un calo del 25 per cento degli omicidi. Lo stesso, secondo alcuni indicatori, sarebbe accaduto in Italia, dove, ad esempio, le rapine in banca (dati Abi) sono in forte calo nei primi sei mesi del 2009 (874 contro le 2mila dello stesso periodo del 2008).

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