Non bastassero i problemi allinterno dei due partiti; non fossero sufficienti le barricate alzate dalle ali estremiste dei due schieramenti; non esistessero già i mal di pancia di chi teme di finire in un angolo, ecco che alla schiera di dubbi, per usare un eufemismo, sulla fusione tra Ds e Margherita nel Partito democratico, si aggiungono anche quelli espressi dai Gesuiti. «Non potrà non essere un grande flop, come è sempre accaduto nella storia dei partiti italiani».
È questa infatti la severa previsione dei gesuiti della Civiltà Cattolica che dedicano unaccurata analisi alle «trattative infinite» tra i leader della maggioranza, il cui risultato, secondo la rivista, «non sarà certo un grande contributo alla risoluzione della crisi dei partiti e della politica in Italia». Buoni ultimi, almeno per ora, dunque anche i gesuiti si accorgono che il progetto poggia le sue fondamenta nella sabbia. E non lo mandano a dire: «Il ritornello che modula ogni discorso sul Pd - ironizzano i gesuiti - è uno solo: non si tratta di un nuovo partito ma di un partito nuovo.
Ma i contenuti di tale novità, forse sarà colpa della nostra scarsa conoscenza della realtà politica - scrivono i religiosi - non riusciamo ancora a scorgerli».
Durissima anche la conclusione: «Sulla forma del nuovo partito ci sembra che molto poco si sia riflettuto e ancora meno si sia sperimentato, anche a livello locale».
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