I giornalisti lombardi alla Federazione: «Sciopero sbagliato»

«Abbandonare il tavolo delle trattative con gli editori è stato un errore»

da Milano

Per rispetto della «disciplina sindacale» la presidenza dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti invita i colleghi ad attenersi alle decisioni che la Fnsi ha assunto riguardo alle prossime iniziative di sciopero programmate, ma allo stesso tempo, in un comunicato diffuso ieri, critica fortemente la decisione della Federazione nazionale.
«La Federazione nazionale della stampa - è scritto - ha proclamato una seconda tornata immediata di scioperi nel settore dei periodici e ha preannunciato altri due giorni consecutivi di astensione dal lavoro nel mese di dicembre per quotidiani, agenzie, radio e tv. Una decisione che la presidenza dell'Associazione lombarda dei giornalisti ha criticato fortemente e alla quale si è opposta, ritenendola l'ulteriore dimostrazione della mancanza di una chiara strategia del vertice della Fnsi sulle trattative per il rinnovo del contratto nazionale». «Nel corso della riunione di Giunta e Consulta delle Associazioni regionali di stampa, che si è svolta a Roma ieri, 17 novembre - prosegue il comunicato -, il presidente dell'Alg Giovanni Negri ha sostenuto che la scelta di una nuova risposta dura della categoria all'oggettiva rigidità delle posizioni degli editori è la naturale conseguenza delle decisioni sbagliate e prive di metodo finora prese. L'abbandono del tavolo delle trattative per un possibile accordo ponte biennale, attuato senza voler verificare fino in fondo le pur minime aperture offerte dalla Fieg nell'incontro del 4 novembre, è stato un errore gravissimo e un'occasione persa per tutti».


Secondo la presidenza dell'Alg, si è persa «l'occasione di rinnovare subito la parte economica del contratto e di congelare per due anni la parte normativa, con alcune fondamentali garanzie sulla legge 30 e il lavoro autonomo, rinviando a tempi probabilmente migliori, a livello legislativo e di congiuntura economica, il confronto sulle due, inconciliabili piattaforme che sono invece ora tornate sull'ipotetico tavolo di trattativa».

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