I guastatori di Gianfry spariscono dalle commissioni

RomaIl presidente della Repubblica non ha nessuna intenzione di sciogliere le Camere se la maggioranza regge, i finiani continuano a diminuire di numero, e non c’è giorno senza un annuncio di dipartita da Fli. Ma la novità delle ultime ore è che l’insidia più nascosta per la stabilità della maggioranza, ovvero l’equilibrio nelle commissioni parlamentari, sta svanendo proprio per l’impoverimento quantitativo di Futuro e libertà. Nel Pdl uno dei deputati più esperti in questo tecnicismo di palazzo è Massimo Corsaro, ex An e ora tra i più critici nei confronti di Fini e dei suoi nuovi colonnelli. Il calcolo in realtà è presto fatto: «Il numero dei rappresentanti dei gruppi nelle commissioni - spiega Corsaro - si calcola dividendo il numero di componenti del gruppo parlamentare per 14, ovvero il numero di commissioni in parlamento». La divisione raramente è perfetta, spesso rimangono dei «resti», parlamentari in più che vengono piazzati qua e là, come dei jolly, dai partiti «per condizionare gli equilibri nelle commissioni».
Bene, Futuro e libertà ha perso tutte le sue mine vaganti, perché con gli addii a ripetizione degli ultimi giorni il numero attuale dei deputati futuristi si ferma a quota 29. Ma il ventinovesimo è Fini, che naturalmente non rientra nelle conta delle commissioni. I parlamentari di Fli a Montecitorio sono dunque 28. Diviso per 14: due deputati futuristi di diritto in ogni commissione. Spariscono i resti, i jolly, le mine «esplosive».
Il gruppo di Fini dovrà quindi «rinunciare - continua a spiegare Corsaro - a un rappresentante nelle commissioni Bilancio, Giustizia e Affari costituzionali». Ossia parlamentini dove il rischio ribaltone poteva essere dietro l’angolo sui provvedimenti più importanti. E così in commissione Giustizia, per esempio, uno dei tre tra il presidente Giulia Bongiorno, Angela Napoli e Giuseppe Consolo se ne deve andare. Considerando che Consolo è avvocato e grande esperto della materia e che Fini non toglierà mai la Bongiorno da quella presidenza, il posticino di Angela Napoli potrebbe presto vacillare. Stessa situazione nella commissione Affari costituzionali, dove uno tra i futuristi Bocchino (vicepresidente vicario del partito), Briguglio e Conte sarà costretto a fare le valigie. Nella commissione Bilancio si dovranno spartire le due poltrone superstiti il neocapogruppo Della Vedova, Tonino Lo Presti e Chiara Moroni.


Questo prevede il regolamento: gli equilibri devono essere via via riadattati «alla proporzionalità dei gruppi», chiarisce Corsaro - non è un caso che Fli si giocasse le tre pedine in più nelle commissioni più importanti». E se da oggi in poi dovessero scattare altre defezioni, in alcune commissioni i futuristi rischiano di mantenere un solo rappresentante.

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