I LAVORATORI «ANZIANI» DI FINCANTIERI

(...) ma anche fermissimi nella sostanza, gli «anziani» rappresentano puntualmente e rigorosamente lo stato delle cose e come si è arrivati a questo punto. In questo quadro, vengono anche individuate quelle che, a giudizio degli «anziani» - e quindi di provata esperienza sul campo, non nelle segreterie sindacali o nei salotti politici! - sono le vere ragioni della crisi e le opportunità da cogliere per superarla. «Negli anni 80 - scrivono, fra l’altro - abbiamo vissuto una situazione analoga e ne siamo usciti prima di tutto facendo una grande battaglia, successivamente facendo accordi che garantivano la sopravvivenza del cantiere differenziando la produzione: non più navi, ma produzioni alternative (moduli alloggi, dissalatori, piattaforme, gasiere)».

E ancora: «Non vorremmo peccare di presunzione, ma pensiamo che, su questi temi, pochi possano insegnarci qualche cosa, tantomeno quei politici di ogni colore che ora come allora si precipitano al nostro capezzale cercando visibilità nella vetrina del nostro disagio senza, il più delle volte, portare alcun contributo concreto». Diagnosi implacabile. E assolutamente logica. Proprio quello che fa difetto, troppo spesso e colpevolmente, in quanti decidono sul destino dei lavoratori che vogliono lavorare davvero.

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