I LEGNANESI «Pover Crist» tra dialetto e vita di cortile

La compagnia di Antonio Provasio alias la «Teresa» al teatro Nuovo

«La ringhiera ci scorre nel sangue e la famiglia Colombo è una realtà positiva».
Si può racchiudere in queste parole di Antonio Provasio, alias la Teresa, il segreto della lungimiranza de I Legnanesi, lo storico gruppo creato dal compianto Felice Musazzi, cui ora gli eredi della compagnia dialettale legnanese rendono omaggio ribattezzandosi «I Legnanesi di Felice Musazzi».
Da qualche giorno è in scena, sul palcoscenico del Teatro Nuovo, Pover Crist Superstar, spettacolo nel quale Provasio veste i doppi panni di attore (la mitica Teresa) e di regista.
«Ho avuto la fortuna di lavorare dieci anni con Felice Musazzi - ricorda Provasio -, del quale ero artisticamente innamorato. Io ho l'onore di portare avanti la sua maschera e la tradizione del cortile. È una fortuna poter contare su una compagnia di ben quaranta persone tra cast artistico e tecnico, soprattutto devo ringraziare quelli che fanno questa professione amatorialmente, come secondo lavoro».
Rispetto al testo presentato dal duo Musazzi-Barlocco, nel lontano '73, questa edizione di Pover Crist Superstar è stata rivista dalla figlia di Musazzi, Alessandra, oltre che dallo stesso Provasio.
«La base è sempre quella, ovvero dialetto, realtà e vita del cortile; il tutto, però, catapultato nei tempi moderni. Ecco quindi che si parla della Finanziaria, senza però esagerare sulla politica perché non siamo cabarettisti. Non solo, si potrà vedere la Teresa che va a Roma dal Papa o dal ministro del Lavoro per lamentarsi della sua fatica nello sbarcare il lunario. Chissà poi perché le persone tendono a ricordare solo gli aspetti meno belli della vita; ecco, perciò, che abbiamo volutamente inserito i recenti mondiali di calcio vestendo la Mabilia da dama azzurra, da mascotte».
Il loro tipo di teatro sembra non conoscere limiti nonostante recitino in dialetto. «In effetti - concorda “la Teresa” - abbiamo molti fans meridionali che pur ancorati alla loro tradizione rendono omaggio anche alla nostra. La gente ci apprezza, come confermato dal nostro pubblico. Lo scorso anno, ad esempio, siamo scesi in platea per capire cosa avesse spinto la gente a venirci a vedere il primo dell'anno.

La risposta unanime è stata che volevano iniziare il 2006 al meglio».
Progetti per il futuro al momento non vengono svelati. «Godiamoci - conclude Provasio - il successo di questa messinscena come confermato anche dai dati delle prevendite».

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