I libici trattano per Telecom All’Agcom le proposte per la rete del futuro

La Libia conferma di puntare alle società italiane. Dopo l’acquisto di quasi il 5% di Unicredit, lo shopping del fondo sovrano Lybian Investment Authority non pare destinato a fermarsi, approfittando del momento favorevole dopo la discesa delle quotazioni azionarie. La conferma è arrivata ieri all’incontro Italia-Libia al ministero degli Esteri. Saif al-Islam Gheddafi, figlio del leader libico, ha specificato che il fondo sovrano del Paese «è in trattativa con Telecom Italia per un investimento nel capitale». Ma non solo.
Le voci di Borsa sui possibili investimenti del fondo libico fanno i nomi di Terna e Impregilo, Eni e Generali, oltre naturalmente a Telecom di cui si parla ormai da settimane. Ora le intenzioni della Libia sembrano più concrete, anche se in Borsa dopo una buona partenza (più 4,4%) il titolo ha ripiegato facendo segnare in chiusura un modesto più 0,8%. L’ad Franco Bernabè, presente all’incontro, non ha voluto commentare le dichiarazioni di Gheddafi junior.
Intanto ieri la società ha presentato all’Authority una serie di misure integrative rispetto a quelle già presentate (e contestate dai concorrenti) per assicurare una maggiore apertura della sua rete di accesso. Il documento verrà discusso non nella riunione del 6 novembre, ma in una successiva. Mentre si avvicina anche il momento della presentazione del tanto atteso nuovo piano industriale del gruppo.


Intanto il Tar del Lazio ha annullato le multe dell’Antitrust per pubblicità ingannevole a Telecom e Wind che non possono essere considerate «corresponsabili di messaggi pubblicitari ingannevoli da esse veicolati ma realizzati da società terze». Telecom ha già presentato ricorso anche per la multa ricevuta l’altro ieri per le suonerie dei cellulari.

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