Dopo i lucchetti dell’amore, il chiosco dei post-it

Una cascata di bigliettini colorati inonda una delle pareti del bar dell’orologio, lo storico chiosco di piazzale Flaminio. Sono i cosiddetti «post-it dell’amore», una moda consolidatasi nell’ultimo anno e che ha riscosso un considerevole successo sia fra i giovani che fra i meno giovani.
Su ognuno di essi è riportata una frase. Messaggi di ogni tipo si alternano davanti agli occhi di chi legge: desideri, speranze, delusioni. Pensieri appiccicati l’uno sopra l’altro alla rinfusa. Dichiarazioni d’amore, per la maggior parte. Ma, a essere precisi, tra gli autori di questi post-it non ci sono solamente gli innamorati. C’è anche chi cerca casa, per esempio, o chi ce l’ha con il proprio vicino. C’è chi è stufo e vuole farlo sapere a tutti e chi, al contrario, vuol fare sapere agli altri che è felice. C’è chi fa lo spiritoso, chi lascia un saluto, chi esprime un concetto. E poi c’è chi passava semplicemente da quelle parti e, senza un motivo apparente, ha preso in mano una penna e dopo aver riempito uno dei foglietti messi a disposizione dal gestore lo ha attaccato al muro assieme agli altri.
Sono centinaia e centinaia i post-it che grondano dalla parete più colorata della capitale. Qualcuno li ha perfino paragonati ai lucchetti di Ponte Milvio e benché non siano altrettanto resistenti sembrano avere in comune la stessa capacità di durare nel tempo. A differenza dei lucchetti questi però sono molto meno ingombranti e non rischiano certo di deturpare il paesaggio. A loro modo, anzi, rappresentano una sorta di opera d’arte collettiva che cattura lo sguardo. Un collage postmoderno che raccoglie le emozioni delle persone per dare vita a un puzzle impossibile da districare. Una trovata singolare che, a quanto pare, avrebbe spinto l’azienda che produce i post-it a pubblicizzare l’iniziativa.
L’idea è venuta in mente al proprietario del chiosco all’incirca un anno fa. In cima alla parete incriminata, seminascosto nella giungla di foglietti colorati, un cartello invita gli avventori a lasciare un pensiero prima di andarsene. È da qui che la moda è dilagata. All’inizio però nessuno si sarebbe mai aspettato un successo simile. Oggi, infatti, la parete è invasa al punto tale che non c’è più spazio disponibile. Ci sono tre strati di post-it che vanno dal soffitto al pavimento e così gli ultimi arrivati si sono dovuti arrangiare. «La gente ha incominciato ad appiccicarli sul muro all’esterno del locale», spiega il cassiere.
Ogni giorno c’è qualcuno che fa capolino nel bar e aggiunge un nuovo messaggio. Il più delle volte si tratta di un adolescente. Ma non sono solo i teenager a essere attratti dal fenomeno. «Oggi molti di quelli che lavorano da queste parti hanno preso l’abitudine di scrivere sui post-it - racconta chi lavora nel chiosco - è così che ammazzano il tempo nella pausa pranzo».

Infine, ci sono quelli che preferiscono non scrivere niente. Entrano. Danno un’occhiata, ne leggono un paio tanto per vedere cosa passa per la testa delle persone e se ne vanno. In un verso o nell’altro, la post-it mania ha conquistato anche loro.

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