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Per i medici è solo lombalgia Ma muore a casa dopo sei ore

Il quarantenne era stato dimesso da un pronto soccorso di Milano con una prognosi di 3 giorni

Paola Fucilieri

da Milano

Non sentiva più la gamba destra. Al pronto soccorso di una clinica ortopedica - la struttura ospedaliera più vicina in quel momento - gli hanno diagnosticato una lombalgia, lo hanno rispedito a casa con una terapia antinfiammatoria e qualche giorno di riposo, ma dopo alcune ore, mentre si accorgeva improvvisamente di non sentire più entrambe le gambe, è stramazzato sul letto dal quale si stava alzando ed è andato in coma, davanti alla moglie e a un amico che erano andati a chiamarlo per la cena. Inutili i tentativi del personale del 118 che, giunto sul posto dopo 3 minuti dall’ospedale Niguarda, ha cercato di rianimarlo per circa mezz’ora: alle 21.03 di martedì Giuseppe Barletta - 40 anni, dipendente di un’agenzia investigativa cittadina, sposato due volte e padre di una ragazzina di 14 anni nata dal primo matrimonio - era già morto.
Il suo cadavere si trova ora all’obitorio di piazzale Gorini e solo il risultato dell’esame autoptico, disposto dal pubblico ministero di turno, Giovanni Narbone, chiarirà le cause, per ora misteriose, del suo improvviso decesso. Quello di un uomo risultato sempre talmente sano che il suo stesso medico di famiglia ieri confidava al padre Gennaro: «Per me suo figlio era più un amico che un paziente perché mi portava la suocera per dei controlli, ma non ha mai avuto bisogno di essere visitato». Insomma, una morte talmente strana che Narbone, dopo aver disposto l’autopsia, non ha esitato a iscrivere sul registro degli indagati (si tratta comunque di una prassi) i due medici responsabili della diagnosi sbagliata, professionisti che lavoravano in quel momento al pronto soccorso dove il poveretto era stato portato da un amico, quello dell’istituto Galeazzi.
«Sicuramente si tratta di una diagnosi sbagliata. Tuttavia la sintomatologia è particolarissima, non facilmente identificabile, soprattutto perché non accompagnata da alcun tipo di altro sintomo (né mal di testa, né dolori di altro genere)». Su questo aspetto tutti i medici che abbiamo sentito, specialisti di ogni tipo, sono concordi. «Purtroppo lui non c’è più» riflette tristemente il padre Gennaro, 66 anni, pensionato, originario di Salerno, ma funzionario per la Cgil milanese per ben 25 anni nel settore della Sanità privata. È lui, questo padre disperato, che adesso consola la moglie 64enne Sonia, la nuora Elena (una commessa di 38 anni) e la giovane nipote. E non vuole lasciare nulla di intentato. «Per onorare la memoria di mio figlio» dice, mantenendo una calma ammirevole dinnanzi a una simile tragedia.
Quindi ci legge il referto redatto dai medici al momento delle dimissioni di suo figlio dal pronto soccorso del Galeazzi, dove era entrato alle 12.30: «Contrattura paravertebrale, non deficit in riferita ipostesia arto inferiore destro. Diagnosi: lombalgia. Miglioramento della sintomatologia dopo la terapia - una fleboclisi di 100 cc contenente 100 cc di...

(ed ecco i nomi di due noti antinfiammatori e un protettore dello stomaco, ndr). Si consiglia... (altri due antinfiammatori, ndr) e riposo a letto per tre giorni. Dimesso alle 15.19». E poco più di 5 ore dopo Giuseppe Barletta era già morto.

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